CINA, IL SETTORE CHIMICO CAMBIA PELLE E GUARDA ALL'ESTERO

Di Eugenio Buzzetti

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Pechino, 22 mar. - L'ingresso di China National Chemical (CNCC), il maggiore gruppo statale cinese della chimica, in Pirelli, ha acceso i riflettori sulla chimica cinese, che oggi attraversa una fase di ammodernamento e specializzazione della propria produzione per competere con i giganti della chimica internazionale. Il settore sta cercando di cambiare pelle e di contrastare il generale rallentamento dell'economia cinese e il rischio di sovrapproduzione in alcuni segmenti di produzione come il benzene o l'acido tereftalico purificato (Pta), utilizzato per la produzione di plastica e poliestere.

"La natura e le caratteristiche dei gruppi cinesi - spiega KPMG in un rapporto del 2013 sul settore chimico cinese - sono cambiati drammaticamente nel corso degli anni. Dati storici e trend di sviluppo delle maggiori imprese del settore rivelano tratti unici" che sono: attività su scala di proporzioni "gigantesche" e vasti portafogli di prodotti; innovazione tecnologica e un miglioramento della qualità e del branding. Le imprese della chimica cinese , continua il rapporto, "hanno spostato la loro priorità dalla produzione al brand management e stanno vivendo un processo di internazionalizzazione del loro business. Un gran numero di compagnie stanno accuratamente promuovendo i loro marchi sul mercato globale e stanno continuando a esaminare investimenti all'estero e acquisizioni".

Oltre a China National Chemical, i gruppi della chimica cinese che stanno investendo di più nei mercati stranieri sono New China Chemicals, società con sede a Tianjin, nel nord-est della Cina, nata nel 2000 e che conta filiali in Perù, Colombia, Egitto e Hong Kong. A fare concorrenza a CNCC sui mercati internazionali per la produzione di gomma per pneumatici c'è Zhengzhou Polymer Chemical, che realizza anche plastica e additivi chimici. Anche i nomi meno noti internazionalmente puntano a internazionalizzarsi. E' il caso di Yuhuang Chemical, che dopo l'apertura di una filiale negli Stati Uniti punta a realizzare un impianto per la produzione di metanolo da 1,85 miliardi di dollari in Louisiana.

Il cambiamento in corso non risparmia neppure i giganti di Stato, come Sinopec, che ieri ha presentato i risultato dell'esercizio 2014, con una diminuzione del 2,3% su base annua dei ricavi nel segmento della chimica: un calo che Sinopec attribuisce in gran parte al ribasso dei prezzi dei prodotti chimici. La divisione chimica del gigante della raffinazione ha limitato i danni, spiega la stessa azienda, attraverso un aumento della produzione a valore aggiunto e il rafforzamento del settore Ricerca & Sviluppo. Per il 2015, ha precisato il presidente del gruppo, Fu Chegnyu, Sinopec continuerà il processo di trasformazione della struttura industriale del gruppo oggi focalizzata sulla trasformazione del greggio, verso un modello di produzione orientato verso la produzione di "energia e materiali".

La Cina rappresenta ancora una grande opportunità per i gruppi internazionali del settore. British Petroleum prevede l'inizio della produzione commerciale del proprio stabilimento a Zhuhai entro fine giugno con un'attesa pari a 1,25milioni di tonnellate di Pta all'anno. Tra i gruppi internazionali più attivi nell'espansione in Cina c'è Basf, che a dicembre scorso ha annunciato un accordo con Zhejiang Jiahua, per la realizzazione di uno stabilimento nella provincia costiera cinese per la produzione di acido solforico per la produzione di semiconduttori. Il gruppo dello Zhejiang è una realtà in forte crescita della chimica cinese: nel 2014 ha totalizzato un utile netto di 579,1 milioni di yuan, in crescita del 34,9% su base annua. A capo del gruppo ci sono Guan Jianzhong e sua moglie Han Jianhong, da poche settimane entrati nella classifica dei miliardari cinesi di Forbes. La coppia detiene una quota anche in China Sanjiang Fine Chemicals, il maggiore gruppo privato cinese di ossido di etilene e di sostanze chimiche per detergenti.

23 marzo 2015

 

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