CINA DIFENDE "NUCLEARE PACIFICO" DI TEHERAN

Pechino, 9 gen. - La Cina ha ribadito che l'Iran, in quanto Paese firmatario del Trattato di non Proliferazione Nucleare, ha diritto all'uso pacifico dell'energia nucleare nel rispetto degli obblighi internazionali e ha avvertito che "la questione del nucleare iraniano non si risolverà attraverso le sanzioni".
Secondo il portavoce del ministero degli Esteri, Liu Weimin, "la posizione della Cina è molto chiara: la soluzione arriverà solo attraverso il dialogo e il negoziato". Il portavoce ha aggiunto inoltre che Pechino non ritiene che la collaborazione energetica (l'acquisto del petrolio iraniano) tra Cina e Iran possa essere interessata dalle risoluzioni dell'Onu perché è "regolare, trasparente e soggetta alle leggi del mercato".
Il programma nucleare iraniano potrebbe generare tensioni alla vigilia della visita del segretario del Tesoro Usa Timothy Geithner, che arriverà a Pechino domani: le sanzioni approvate da Barack Obama nella notte di Capodanno potrebbero portare all'esclusione dal mercato americano tutte le istituzioni finanziarie che stringono accordi con la Banca centrale iraniana, e la Cina è uno dei primi partner commerciali di Teheran (questo articolo).
La posizione cinese è stata ribadita dal viceministro degli Esteri Cui Tiankai: "Le normali relazioni economiche e la cooperazione energetica tra la Cina e l'Iran non hanno nulla a che vedere con la questione del nucleare –ha detto Cui- e non si dovrebbero mescolare temi di diversa natura, mentre le legittime preoccupazioni e le richieste della Cina andrebbero rispettate".
Secondo la società di analisi energetiche Argus Media, nel 2011 la Cina ha acquistato una media di 560 barili di greggio dall'Iran con un picco di 617mila barili in novembre, una cifra che si aggira intorno a un terzo delle esportazioni totali iraniane. Ma a dicembre fonti dell'industria nazionale cinese avevano riferito a Reuters che nel mese di gennaio l'import di greggio iraniano verso la Cina calerà a un terzo dei livelli di dicembre, a causa di una serie di dispute sul prezzo.
I dati ufficiali della dogana cinese mostrano che nei primi nove mesi del 2011 l'Iran ha spedito 20.3 milioni di tonnellate di greggio in Cina, un aumento di circa un terzo rispetto alle quote dell'anno precedente. Stime internazionali mostrano che Teheran sarebbe il terzo fornitore di greggio di Pechino, che per il regime degli ayatollah rivestirebbe addirittura il ruolo di primo partner commerciale, attraverso triangolazioni commerciali su rotte alternative come ad esempio quella degli Emirati Arabi Uniti. Un dato, quest'ultimo, seccamente smentito dalla Cina.
Le relazioni tra Pechino e Teheran, tuttavia, non sono così semplici come potrebbe apparire in superficie: secondo alcune fonti anonime citate dalla Reuters all'inizio di settembre, la Cina starebbe riducendo gli investimenti nel settore energetico in Iran dopo le numerose pressioni esercitate su Pechino da parte degli Stati Uniti.
Il portavoce del ministero degli Esteri Liu Weimin ha ribadito che l'Iran ha inviato un invito a uno dei vicedirettori dell'AIEA, l'agenzia internazionale per l'energia atomica: "Speriamo che l'AIEA ripristinerà presto i contatti con Teheran e che il G5+1, il gruppo delle cinque nazioni con un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza ONU più la Germania, possano riprendere il dialogo con l'Iran" ha concluso Liu.
di Antonio Talia
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