CINA BATTE USA PER ENERGIA EOLICA

Quello delle energie rinnovabili si prospetta come un nuovo campo di scontro tra il Dragone e l'Aquila Americana?
Sembra proprio di sì, dato che il 22 dicembre scorso gli Stati Uniti hanno aperto in sede WTO una controversia nei confronti della Cina, colpevole - secondo
La risposta cinese non si è fatta attendere; in una nota ufficiale il ministero del Commercio estero di Pechino ha reso noto che il programma cinese è in "linea coi regolamenti WTO" e contribuirà "al risparmio energetico e alla salvaguardia dell'ambiente". Il "Fondo speciale per l'energia eolica", istituito dalla Cina nel 2008, garantisce un sussidio di 600 yuan (circa 66 euro) per kilowatt alle aziende nazionali per coprire i costi di ricerca e sviluppo sulle turbine eoliche.
E mentre numerosi osservatori sostengono che la controversia, a causa della sua complessità, non giungerà ad alcuna risoluzione se non nel giro di un anno, uno studio pubblicato dal New Energy World Network sostiene che nel 2015 il mercato mondiale delle turbine eoliche avrà raggiunto ricavi per 73.5 miliardi di dollari, con una capacità di installazione che crescerà al ritmo del 17% annuo, per conseguire un aumento di 236 gigawatt nel corso dei prossimi quattro anni.
Il governo punta ad assicurare entro il 2020 una fornitura di energie non fossili pari al 15% del fabbisogno e una riduzione, entro il 2015, dell'energia proveniente dal carbone che, secondo i nuovi piani, si attesterà al 63%. Un enorme programma che, sul versante eolico, secondo alcuni rischia addirittura di affrontare una sovrapproduzione, dovuta proprio ai finanziamenti garantiti dal governo: "
di Antonio Talia
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