Cina, Baidu investirà in Uber

di Giovanna Tescione

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Roma, 17 dic. - Il colosso cinese di Internet Baidu investira' in Uber, l'azienda con sede a San Francisco nota per aver sviluppato  la piu' famosa app di taxi privati, mentre non sono stati rivelati i termini dell'accordo. Una mossa che potrebbe aiutare la startup - valutata introno ai 41 miliardi di dollari - a penetrare nel mercato asiatico e rafforzare una presenza ancora troppo debole. I principali concorrenti locali, le aziende Kuaidi Dache e Didi Dache, sono spalleggiate rispettivamente dal gigante dell'e-commerce Alibaba e da Tencent, il colosso dei videogiochi online e che al momento detengono il 90% del mercato.

 

Prevista dall'accordo anche l'integrazione di Uber su Baidu Maps e l'aggiunta di un collegamento a Uber sul motore di ricerca del colosso cinese, il piu' grande in Cina, in caso di ricerche relative a viaggi o luoghi., L'intesa, firmata a Pechino dai ceo delle due aziende, Robin Lin e Travis Kalanick, giunge alcune settimane dopo l'annuncio di Uber di un aumento di 1,2 miliardi di dollari in investimenti, parte dei quali destinati alla regione asia-pacifica. Al momento Uber e' presente in otto citta' cinesi, al contrario di Kuadi presente in ben 350 citta' e a Didi Dache che ha recentemente stanziato 700 milioni di dollari per espandere la sua presenza sul mercato. D'altra parte il mercato delle taxi app in Cina e' destinato a triplicare nei prossimi anni toccando quota 45 milioni entro il 2015.

 

"Avere successo in Cina e' complicato, devi fare le cose diversamente da come le facciamo in occidente", ha dichiarato Travis Kalanick, amministratore delegato e fondatore di Uber, durante la sua prima apparizione pubblica a Pechino, dopo lo scandalo che ha coinvolto la societa' californiana in seguito a un'accusa di stupro a carico di un autista indiano, fatto che l'amministraore delegato di Uber ha preferito non commentare. Kalanick ha affermato che la sua azienda "non sta subendo alcuna pressione da parte delle autorita' locali", ma gli analisti non sono dello stesso parere perche', secondo loro, il sistema normativo cinese puo' essere un grosso ostacolo per le compagnie straniere.

 

"Qualsiasi operazione non conforme alla legge puo' risultare letale. E anche senza incorrere in incidenti, il governo cinese esercitera' sempre e comunque un forte controllo sull'azienda", ha commentato Klaus Paur della Ipsos, societa' francese che effettua ricerche di mercato. La partecipazione di Baidu nel pacchetto azionario della societa' californiana aiutera' molto in questa fase delicata di inserimento nel mercato cinese, "anche se la condizione di 'outsider' di Uber sara' difficile da cambiare, considerando la profonda conoscenza delle leggi da parte delle societa' locali, come Kuaidi e Didi, che offrono lo stesso servizio e gia' ampiamente note e utilizzate dalla maggior parte della popolazione", come hanno sottolineato gli analisti.

 

17 dicembre 2014

 

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