La Cina sta per inviare in Europa una missione senza precedenti nel suo genere. Una delegazione di alto livello di esperti in business giungerà nel vecchio continente questo fine settimana. Obiettivo: sondare le possibilità di affari per le aziende cinesi nei vari Paesi europei. La delegazione si concentrerà soprattutto sulle imprese che eccellono nell'ambito manifatturiero, nel risparmio energetico e nella protezione ambientale. Le attività finanziarie invece non verranno prese in considerazione. "Faremo particolare attenzione alle nuove opportunità di partecipazioni con imprese europee", ha sottolineato il ministro del commercio Chen Deming, che è stato già alla guida di una precedente missione in Europa per l'acquisto di componenti hi-tech. Tale missione, approdata in Svizzera, Germania, Inghilterra e Spagna, aveva registrato quasi 10 miliardi e mezzo di euro in contratti. La delegazione del prossimo week-end visiterà svariati Paesi, fra cui l'Inghilterra, ma non la Francia. "Il crescente interesse di Pechino per le operazioni di fusione e acquisizione con aziende europee è sintomo del buon senso degli affari cinese", ha sostenuto Li Jian, un ricercatore presso l'Accademia cinese per il Commercio Estero e la Cooperazione Economica. "La crisi economica mondiale permette alle imprese cinesi, dotate di ampie risorse in denaro, di realizzare partnership con aziende europee in difficoltà", ha aggiunto Li. In Cina, invece, il valore dei processi di fusione e acquisizione è diminuito drasticamente nella seconda parte dello scorso anno (dati della Pricewaterhouse Coopers, la multinazionale di consulenza alle imprese in materia fiscale, di revisione di bilancio, di outsourcing contabile e legale). Dal luglio al novembre sono stati registrati solo 543 nuovi accordi, per un valore totale di circa 21 miliardi e mezzo di euro. Tale cifra rappresenta un calo del 49% rispetto ai 42 miliardi di euro fatti registrare nello stesso periodo del 2007, quando sono stati raggiunti 930 accordi fra imprese. Secondo la Pricewaterhouse Coopers, la diminuzione degli affari fra imprese cinesi e estere nella RPC è dovuta al rallentamento delle esportazioni e alle perdite nei mercati azionari, nonché l'aumento del tasso di interesse e altre misure adottate da parte del governo cinese.