Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 11 lug. - Investimenti in infrastrutture e Brexit saranno tra i temi del China-Eu Business summit che si apre a Pechino domani, alla presenza del primo ministro cinese, Li Keqiang, e del presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, in un momento di forti preoccupazioni per la Cina a livello regionale. Dalla Cina si attende la formalizzazione dell'investimento nel Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (Efsi) da 315 miliardi di euro, verso cui Pechino aveva promesso il proprio impegno già a luglio dello scorso anno, durante la visita a Bruxelles del primo ministro cinese, Li Keqiang. La Cina non avrà un ruolo diretto nel fondo, ma per Bruxelles e Pechino l'ingresso della Cina nel Fondo rappresenta un approfondimento dei rapporti, segnati anche dall'adesione di diversi Paesi europei, tra cui l'Italia, alla Aiib, la Asian Infrastructure Investment Bank, che ha sede a Pechino e di cui la Cina è il primo azionista e dall'iniziativa di connessione infrastrutturale tra Cina ed Europa della "One Belt, One Road", lanciata da Pechino nel 2013.
A Pechino sarà presente anche l'Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Sicurezza dell'Unione Europea, Federica Mogherini, che mercoledì prossimo parlerà all'Accademia Cinese delle Scienze Sociali, in un discorso dal tema "visione condivisa, azione comune: un'Europa più forte". La visita di Mogherini arriva a poche settimane dalla definizione degli "elementi di una nuova strategia dell'Unione Europea sulla Cina", in cui vengono poste le premesse per la cooperazione tra Pechino e Bruxelles nei prossimi anni sui temi di politica internazionale, a cominciare dalle aree di crisi di Siria e Afghanistan, e dalla lotta ai cambiamenti climatici. Nelle relazioni bilaterali, il documento si sviluppa attorno all'importanza di raggiungere l'accordo sul trattato bilaterale per gli investimenti, e sulla partecipazione cinese al Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici, ma sottolinea anche la necessità per Pechino di operare "significativi e verificabili tagli nella sovrapproduzione industriale vincolati da scadenze, in particolare nel settore dell'acciaio, per prevenire le conseguenze negative della concorrenza sleale". La Cina aveva accolto il comunicato congiunto dell'Ue come un segnale che i rapporti con Bruxelles sono, oggi, "maturi".
Il business summit tra Cina e Unione Europea precede di poco più di una settimana il G20 finanziario di Chengdu del 23 e 24 luglio prossimi, e segue di pochi giorni il G20 del Commercio di Shanghai, da cui è emersa la volontà comune di facilitare il commercio globale, abbattendo i costi e aumentando il coordinamento tra i Paesi membri per "raggiungere gli obiettivi comuni di crescita, prosperità e stabilità globale", come si sottolinea nel comunicato finale. I membri del G20 hanno anche sottolineato alcuni punti deboli dell'economia mondiale, che pur riprendendosi dalla crisi finanziaria del 2007-2008, "manca ancora di forza". Molti, i temi che si intrecciano nelle stesse ore in cui si svolge il summit. Oltre ai rapporti commerciali, che vedono al centro le questioni legate alla sovrapproduzione cinese di acciaio e il mancato riconoscimento della Cina come economia di mercato, la giornata di domani sarà scandita anche dal verdetto dei giudici del Tribunale Internazionale dell'Aia sui diritti marittimi legati alle dispute di sovranità nel Mare Cinese Meridionale tra la Cina e gli altri Paesi del sud-est asiatico, una sentenza prevista almeno parzialmente contraria alla Cina e alla quale Pechino ha già dichiarato di opporsi qualunque sia il verdetto.
A pesare sul prossimo summit, infine, ci sarà anche la Brexit. Le possibili ripercussioni dell'uscita della Gran Bretagna dall'Ue hanno destato preoccupazioni tra i leader cinesi, a cominciare dallo stesso primo ministro, Li Keqiang, che prevede "nuove incertezze per l'economia globale". A rassicurare, invece, sulla continuità delle relazioni tra Pechino e Bruxelles è intervenuta, oggi, il Commissario Ue al Commercio, Cecilia Malmstrom, che in un incontro con gli studenti della Uibe, la University of International Business and Economics di Pechino, ha sottolineato che l'Unione Europea rimane impegnata nelle relazioni economiche e commerciali con la Cina. Malmstrom ha anche ribadito il rispetto del voto britannico e che occorrerà tempo per fare fronte al nuovo scenario.
11 LUGLIO 2016
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