CINA-COREA, ALTA TENSIONE DOPO INCIDENTE AMBASCIATA
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CINA-COREA, ALTA TENSIONE DOPO INCIDENTE AMBASCIATA

CINA-COREA, ALTA TENSIONE DOPO INCIDENTE AMBASCIATA

Politica internazionale
CINA-COREA, ALTA TENSIONE DOPO INCIDENTE AMBASCIATA
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Pechino, 14 dic. - E ora Seul chiede garanzie per la sicurezza del suo corpo diplomatico a Pechino. La richiesta è arrivata dopo l'attacco alla sede dell'ambasciata sud-coreana avvenuto martedì quando una pallottola ha frantumato il vetro di una finestra dell'edificio. L'episodio  rappresenta l'apice delle tensioni tra Cina e Corea scaturite dall'uccisione di una guardia costiera coreana per mano del capitano di un peschereccio cinese, accusato di effettuare pesca illegale in acque coreane.
Il ministero degli Esteri coreano ha fatto sapere che non è stato ancora accertato quale arma sia stata utilizzata per sparare il colpo. Mentre le indagini sono ancora in corso arrivano le prime ricostruzioni: un funzionario del Ministero ha affermato che l'incidente è avvenuto tra le 12.30 e le 13.30 ora locale. Secondo alcune fonti interpellate dall'agenzia di stampa coreana Yonhap, il proiettile sarebbe provenuto da una pistola ad aria  compressa, in quanto mancano testimoni che abbiano sentito rumore di spari. Mentre un altro funzionario dell'ambasciata ha dichiarato che  essendoci un altro edificio tra la finestra rotta e la strada esterna, un colpo potrebbe essere stato sparato dal piano superiore di un palazzo.
Tuttavia - si legge sulla BBC - media cinesi continuano a non dare grande importanza all'incidente. Il China Daily e il People's Daily, principali organi di stampa del partito comunista cinese, riportano  nelle ultime pagine che il ministro degli Esteri, Liu Weimin, ha  espresso "rammarico" per la morte della guardia costiera coreana, sorvolando sulle accuse di omicidio mosse al capitano del peschereccio. Liu ha inoltre dichiarato che il governo cinese sta lavorando con la Corea per verificare l'accaduto. La Cina "è pronta a sistemare le questioni più rilevanti", ha detto Liu senza far riferimento a eventuali risarcimenti.
di Costanza Boriani
Pechino, 13 dic. - "Potenzieremo le misure di sicurezza per contrastare l'attività di pesca illegale dei pescherecci cinesi nelle acque sud coreane"; questa la dichiarazione puntuta rilasciata dal Presidente coreano Lee Myung-bak all'indomani dell'incidente avvenuto nel Mar Giallo a circa 85 chilometri dall'isola di Socheong. Un poliziotto coreano ucciso e un altro gravemente ferito: questo il bilancio dello scontro di lunedì tra alcuni guardacoste coreani e l'equipaggio di un'imbarcazione cinese (questo articolo). "Ulteriori fondi verranno destinati alla Guardia Costiera per la gestione delle operazioni nel Mar Giallo" fa sapere il Presidente, ma nel frattempo dovrebbe riunirsi oggi la Commissione per gli Affari Marittimi in un briefing di emergenza.
Il capitano del peschereccio cinese è stato condotto all'interrogatorio con l'accusa di omicidio e violazione della zona economica esclusiva della Corea del Sud, mentre otto membri dell'equipaggio sono stati accusati di ostruzionismo.
 "Il responsabile dell'omicidio è senza alcun dubbio il capitano cinese: le prove contro di lui sono inequivocabili  – fanno sapere le autorità coreane -, nonostante durante l'interrogatorio, condotto quest'oggi nel porto di Incheon, l'indagato si sia dichiarato innocente". Macchie di sangue sono state rinvenute nei vestiti che il capitano cinese indossava al momento della collusione; secondo quanto riporta l'agenzia di stampa coreana Yonhap, la scientifica ha predisposto delle analisi sulla corrispondenza delle impronte digitali identificate su due coltelli - le presunte armi del delitto-.
 "Ulteriore sdegno deriva dalla totale astensione da parte della Cina dall'esprimere scuse o condoglianze per l'accaduto  – sottolinea il leader del partito Grand National Hwang Woo-Yea   –  La Corea deve prendere dei provvedimenti contro queste nuove forme di pirateria".
A puntare il dito contro le attività di pesca cinesi ritenute illegali, non sono solo le autorità e i leader politici: agguerrita la reazione della stampa coreana. L'annosa questione della pesca illegale praticata dai pescherecci cinesi in acque sud coreane "potrebbe compromettere i rapporti diplomatici tra le due nazioni", si legge sul JoongAng Ilbo, uno dei tre principali quotidiani di orientamento conservatore. Gelo da Seul: il Presidente Lee potrebbe rimandare la visita ufficiale programmata a gennaio 2012 "a meno che Pechino non prenda in mano la situazione proponendo soluzioni chiare", hanno invece commentato fonti diplomatiche anonime al Chosun Ilbo, un altro quotidiano della penisola coreana.
Alla dichiarazione del portavoce del ministero degli Affari Esteri cinese che sottolineava l'impegno del Dragone a combattere fenomeno - rimarcando allo stesso tempo la necessità di proteggere gli interessi e i diritti legittimi degli equipaggi cinesi -, non si sono fatte attendere le dure reazioni dei due principali quotidiani coreani. Il JoongAng in un editoriale pubblicato martedì accusa i pescatori di "atti di pirateria" e di costituire un "pericolo" per la Guardia Costiera coreana. Il Chosun pubblica invece una riflessione sulla necessità di potenziare gli armamenti delle autorità marittime, per "garantire loro un più elevato grado di sicurezza nel fronteggiare episodi di violenza e di attacco".

di Bianca Lazzaro

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