Pechino, 22 dic.- Semaforo verde per i voli a bassa quota: dopo anni di attesa la Cina finalmente apre i suoi cieli ai velivoli privati. Lo spazio aereo cinese ricade da sempre sotto il rigido controllo militare, ma recentemente l'Armata Popolare di Liberazione (APL) ha annunciato un imminente allentamento delle restrizioni: il mese scorso, infatti, il Consiglio di Stato – organo dell'esecutivo cinese – e la potente Commissione Militare Centrale hanno pubblicato una circolare congiunta descrivendo la "progressiva apertura" dello spazio aereo a bassa quota, consentendo la circolazione a business jet ed elicotteri. E se in passato il tempo di attesa per un aereo privato al fine di ottenere l'autorizzazione ad eseguire operazioni di volo era di una settimana o poco più, oggi con massimo un giorno, o nel migliore dei casi poche ore, sarà possibile decollare.
Opportunità all'orizzonte soprattutto per i produttori di aeromobili d'affari. La francese Dassault Falcon, sentendo aria di cambiamento, già un mese fa aveva trasferito la sua base operativa da Kuala Lumpur a Pechino, riconosciuta come il nuovo centro di gravità del mercato. Secondo il presidente della China Private Aviation Company, Frank Lee, l'aviazione privata con un tasso annuale pari a oltre il 30% "sarà uno dei settori a più rapida crescita nei prossimi dieci anni". Dato significativo se consideriamo che oggi dei 15mila business jet operanti nel mondo, più di due terzi volano sui cieli statunitensi e solo 150 in Cina. Le prospettive offerte dal nascente mercato cinese sono dunque rosee per i costruttori di elicotteri e jet privati – tra i cui leader mondiali troviamo Eurocopter, Bell, Robinson, Agusta e Cessa -, compagnie pronte a competere con la statunitense Gulfstream che ad oggi detiene il 63% del mercato cinese di jet a cabina larga. Un mercato in crescita che "soddisfa la domanda di quei milionari cinesi che investono i propri soldi nell'acquisto di un jet come status symbol", dice Walter Wang, capo redattore della rivista Jet Asia Pacif, che poi ammonisce: "alcuni jet privati restano a terra per la scarsa disponibilità di piloti e personale di bordo. A volte l'ostentazione del benessere economico supera l'effettiva necessità, ma confido in una gestione futura più razionale".
E il giro d'affari non si ferma alle compagnie produttrici di velivoli: il mercato dell'indotto comprenderà anche la costruzione di piste d'atterraggio per elicotteri, resort e campi da golf nelle loro vicinanze e perfino la costruzione di fattorie biologiche in cui i fortunati abbienti cinesi potranno recarsi alla ricerca di un'isola verde dove rifuggire dalle sempre più inquinate megalopoli cinesi. La maggior flessibilità nelle procedure di controllo del traffico aereo avrà inoltre il nobile scopo di migliorare gli spostamenti degli elicotteri da soccorso, evitando il ripetersi di imbarazzanti problemi logistici come nel caso del terremoto del Sichuan nel 2008 che ha mietuto 87000 vittime, mentre neanche in lontananza si sentiva riecheggiare il turbinio delle pale.
di Veronica Scarozza
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