CIC: INVESTIREMO IN EUROPA QUANDO SITUAZIONE SARA' CHIARA

Pechino, 18 ott.- La linea è quella usuale: la Cina non è il "cavaliere bianco" che salverà l'Europa o, perlomeno, questo ruolo non spetta al fondo sovrano cinese: a ribadirlo è stato lunedì lo stesso presidente del board dei supervisori di China Investment Corporation Jin Liqun, a margine di una conferenza che si è tenuta a Parigi.

"Detesto utilizzare la parola 'salvataggio'- ha detto Jin con toni inusuali e diretti, l'Eurozona è uno dei pochi colossi economici e politici che si aspetta  la carità dalla Cina e dalle nazioni emergenti. Noi vi rispettiamo, per favore, rispettatevi anche voi".

"China Investment Corporation ha a sua disposizione circa 100 miliardi di dollari da investire all'estero - ha proseguito il funzionario di CIC - e si tratta di risorse che impallidiscono in confronto a quelle del continente europeo". Secondo il presidente dei supervisori CIC le cause della crisi vanno individuate in un "welfare eccessivo, nelle norme sul lavoro che inducono gli europei alla pigrizia". "La gente ha bisogno di lavorare più duramente e di lavorare più a lungo – ha concluso Jin Liqun -,l'Europa faccia le riforme che deve fare, e poi noi interverremo".

Le dichiarazioni dell'alto funzionario cinese suonano come una risposta a distanza alle indiscrezioni pubblicate domenica scorsa dal quotidiano "Sunday Times", secondo cui la Cina si sarebbe presentata al vertice finanziario del G20 della scorsa settimana con una proposta per "pompare decine di miliardi nell'Eurozona" attraverso investimenti in debito pubblico e infrastrutture, a patto di conoscere l'esatta dimensione del buco nel debito pubblico europeo.

China Investment Corporation rappresenta un attore importante negli investimenti cinesi all'estero e – di solito - investe in quote di società anziché direttamente in debito pubblico straniero. 

"È vero che la Cina teme le conseguenze di un rallentamento dell'economia europea" dice ad AgiChina24 Jonathan Holsag, a capo della ricerca per il Brussels Institute of Contemporary China Studies, ai margini di una conferenza che si è tenuta martedì a Pechino.

"Ma personalmente non vedo una corsa agli investimenti cinesi in Europa, e avverto una certa riluttanza dei funzionari di Pechino a investire nel debito pubblico dell'Eurozona. In passato si assisteva alle continue visite di delegazioni cinesi desiderose di studiare il welfare europeo, oggi quello stesso welfare viene percepito come un peso".

"Non cercate la perfezione per timore di sbagliare - ha detto lunedì Jin Liqun ai leader europei -, ma semplicemente fate qualcosa. Qualcosa che faccia davvero la differenza".

Adesso, tutti gli occhi sono puntati verso il summit di domenica prossima, a Bruxelles, dove i leader del Vecchio Continente dovranno presentare un piano per ridurre il debito greco e trovare il modo per evitare che la crisi si insinui definitivamente in economie più grandi, come Italia e Spagna. Un vertice dal quale anche Pechino si aspetta una soluzione.

di Antonio Talia

 

 

 

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