CIC GUARDA ALL'EUROPA, INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE

Pechino, 28 nov.- Il Fondo sovrano cinese guarda all'Europa per investire in infrastrutture. Lo ha riferito il presidente di China Investment Corporation Lou Jiwei in un editoriale sul Financial Times: " Le infrastrutture in Europa e negli Stati Uniti hanno un forte bisogno di investimenti. E crediamo che un appoggio del CIC, basato su principi commerciali ed economici, possa assicurare ottimi risultati a entrambe le parti". Creato nel 2007 per investire una parte delle riserve valutarie della Cina che ad oggi ammontano a 3.200 miliardi di dollari, il Fondo sovrano cinese detiene risorse per oltre 400 miliardi di dollari.
Prima destinazione per gli investimenti che i cinesi cercano di diversificare il più possibile: il Regno Unito dove Cic – ha spiegato Lou – opererà collaborando con i gestori di fondi o investendo direttamente in progetti di infrastrutture. "I cinesi sono sempre stati coinvolti in progetti di infrastrutture all'estero come semplici appaltatori. Ora, vogliono anche investire, sviluppare e gestire progetti", ha detto il capo di Cic. Tutto purché l'investimento sia ad alta redditività. Un punto su cui è tornato qualche giorno fa anche il vice presidente di China Investment Corporation Jesse Wang: "Come entità commerciale, CIC ha obbiettivi diversi rispetto a quelli governativi e per questo motivo non è obbligato a seguire le politiche imposte da Pechino. Il Fondo è alla ricerca di buoni rendimenti, ma a rischi contenuti" (questo articolo).
Principio che sembra escludere quindi, almeno per il momento, progetti nei Paesi europei fortemente indebitati. Proprio a tal proposito nei giorni scorsi Jin Liqun, presidente del board dei supervisori del CIC, in un'intervista ad Al Jazeera ha risposto alla domanda sulla possibilità che la Cina soccorra i Paesi in crisi dell'Eurozona: "L'opinione pubblica ci chiederebbe: 'Aspettate un attimo, siete proprio sicuri di poter ottenere un buon ritorno?'".
La decisione della Cina di investire in alcuni Paesi europei potrebbe essere vista in patria - dove milioni di persone vivono in povertà schiacciati dall'inflazione e dall'impennata del costo della vita - come un passo falso. Già in passato l'acquisto di quote di partecipazioni della Morgan Stanley e di azioni della Blackstone, crollate dopo lo scoppio della crisi finanziaria del 2008, sottoposero a dure critiche le decisioni del Fondo sovrano costituito da poco più di un anno. Investire in progetti europei ad alto rischio potrebbe riportare il Fondo sotto l'occhio critico di Pechino.
Già un mese fa il presidente del board dei supervisori di China Investment Corporation Jin Liqun aveva fatto chiarezza sul ruolo che il CIC intende rivestire nelle dinamiche europee. "Detesto utilizzare la parola 'salvataggio' - aveva detto Jin con toni inusuali e diretti, l'Eurozona è uno dei pochi colossi economici e politici che si aspetta la carità dalla Cina e dalle nazioni emergenti. Noi vi rispettiamo, per favore, rispettatevi anche voi".
Intanto, mentre le dichiarazioni di Lou Jiwei sul Financial Times fanno il giro del mondo, da Pechino il governo cinese fa sapere di essere interessato ad acquistare asset di Paesi europei."L'anno prossimo invieremo una delegazione per promuovere il commercio e gli investimenti con i Paesi europei" ha riferito il ministro del Commercio cinese Chen Deming. "Alcuni paesi europei – ha aggiunto Chen - devono fronteggiare la crisi del debito, si augurano di convertire i loro asset in liquidità e gli piacerebbe che capitali stranieri acquistassero le loro imprese. Seguiremo da vicino la situazione e spingeremo questi sviluppi".
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