Pechino, 9 mar. - Chongqing, la megalopoli nel centro della Cina protagonista del più importante caso giudiziario degli ultimi anni, otterrà lo status di zona franca: lo ha reso noto il segretario del Partito della città, Bo Xilai, in un'intervista resa ai margini dell'Assemblea Nazionale del Popolo, in corso in questi giorni a Pechino. "Negli ultimi anni il governo di Chongqing ha creato condizioni favorevoli al business – ha dichiarato Bo - e il Consiglio di Stato ha deciso di varare le misure necessarie per sostenere lo sviluppo". Con lo status di zona franca, la municipalità potrà godere di una serie di vantaggi come i rimborsi d'imposta sulle esportazioni e le esenzioni dalle imposte per i commerci interni. Chongqing è la prima città della Cina interna a ottenere l'etichetta di "bonded area": da quando la prima zona franca venne lanciata nel nordest di Shanghai dal Consiglio di Stato nel 1990, sono state quindici le aree che hanno raggiunto questo obiettivo, tutte localizzate nelle zone costiere. "Anche se Chongqing è sicuramente meno sviluppata di Pechino, Shanghai o Tianjin, la sua posizione unica le permetterà di aumentare le collaborazioni con le compagnie straniere. Si tratta di un importante passo avanti per le zone più interne della Cina" ha detto Bo Xilai. La misura va inquadrata nella politica "verso ovest" che il governo cinese sta tentando di lanciare da tempo per favorire l'industrializzazione della Cina interna, più povera e meno sviluppata rispetto alle coste; ma il raggiungimento dello status di zona franca, per Chongqing, è anche il riconoscimento politico per una megalopoli da 30 milioni di abitanti che negli ultimi anni è balzata agli onori delle cronache per motivi completamente diversi: nell'ultimo anno la città è stata teatro di un'ondata di arresti che hanno stroncato un gruppo mafioso capace di condizionare ogni aspetto della vita pubblica, grazie a coperture politiche di altissimo livello come quelle garantite dall'ex capo della polizia Wen Qiang, incarcerato con le accuse di stupro e corruzione. Wen, che ha incassato tangenti per l'equivalente di un milione e mezzo di euro, proteggeva la cognata Xie Caiping, singolare figura di donna-boss considerata dagli inquirenti uno dei veri 'padrini' della mafia di Chongqing: Bo Xilai, grazie alla campagna anticorruzione, è riuscito a calamitare l'attenzione dei cittadini e dei media, tanto da vedersi dedicare sul web siti di fan e odi in suo onore. In molti sospettano che dietro la mano pesante adoperata dal segretario del Partito di Chongqing contro il crimine organizzato e i funzionari corrotti si celi l'ambizione di ottenere un posto nella Commissione Permanente del Politburo o, addirittura, il seggio di vicesegretario nazionale. Chongqing negli ultimi decenni è diventato uno dei principali centri di produzione dei computer e delle automobili: adesso, lo status di zona franca non farà che aumentare la popolarità del carismatico Bo.
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