CHIESA PECHINO NOMINA ALTRI SETTE VESCOVI; SCONTRO CON ROMA
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CHIESA PECHINO NOMINA ALTRI SETTE VESCOVI; SCONTRO CON ROMA

CHIESA PECHINO NOMINA ALTRI SETTE VESCOVI; SCONTRO CON ROMA

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(AGI) - Pechino, 22 lug. - Indifferente alle ire del Vaticano,la Chiesa cinese procede all'ordinazione di nuovi vescoviillegittimi. "Almeno sette diocesi presto avranno le loro nuoveguide spirituali", ha dichiarato al China Daily Liu Bainian,vice-presidente della Chinese Patriotic Catholic Association (CPCA), astenendosi tuttavia dal fornire dettagli e limitandosia collocare le cerimonie in un imprecisato "giorno propizio"."Le ordinazioni richiedono tempo e lunghi preparativi", hacontinuato in maniera evasiva Guo. Non si placano, dunque, gli attriti tra Pechino e la ChiesaPontificia che negli ultimi mesi hanno condotto adun'escalation di eventi culminati la scorsa settimana nellascomunica di padre Giuseppe Huang Bingzhang, nominatoillegittimamente vescovo della diocesi di Shantou. Alreverendo, ha sottolineato la Santa Sede, era gia' stato piu'volte intimato di non accettare l'ordinazione episcopale datoche la diocesi aveva gia' un vescovo legittimo. Le controversietra Roma e Pechino tengono sul filo del rasoio 5,7 milioni dicattolici indecisi se assicurare la loro fedelta' alla CPCA ose mostrare la propria devozione al Papa e a quella che in Cinaprende il nome di "chiesa sotterranea". Intanto anche sul versante religioso, il governo cinesesembra aver adottato il pugno di ferro. Secondo quantoaffermato dai membri della diocesi alla stampa, sono tre ivescovi fedeli alla Chiesa Pontificia che, nonostante laresistenza mostrata, sono stati costretti con la forza apresenziare all'ordinazione di Huang. "Il Vaticano ha moltoapprezzato l'opposizione mostrata da vescovi e fedeli percercare di non essere trascinati a prendere parteall'ordinazione illecita", ha fatto sapere l'agenzia AsiaNewsdel Pontificio Istituto Missioni Estere. Soltanto nell'ultimo anno sono state almeno tre leordinazioni senza mandato pontificio alle quali ha fattoseguito l'accorato appello papale che invitava tutti i vescovi,nonostante le pressioni effettuate da Pechino, ad "astenersidall'intraprendere la strada della separazione." Poi lascomunica di padre Giuseppe alla quale la Chiesa cinese harisposto confermando senza indugio l'ordinazione di altri 40vescovi. "Attraverso questi gesti di strapotere della Cina sullaChiesa, si va sfilacciando il paziente lavoro di ricucitura fraChiesa sotterranea e ufficiale che Giovanni Paolo II e poiBenedetto XVI avevano compiuto", commentava la scorsa settimanaAsiaNews, sottolineando come in queste condizioni la Chiesa"non riesca a garantirsi di fronte al Partito comunista cinesei giusti spazi di liberta' religiosa che, in teoria, la stessacostituzione cinese ammette". Intanto il portavoce della CPCA,Yang Yu, spezza una lancia in favore di Pechino evidenziandocome le nomine illegittime siano indispensabili per la sopravvivenza della Chiesa cinese: "al momento almeno 40diocesi su 97 non dispongono di un vescovo, e questa situazioneostacola la diffusione del Vangelo in un Paese che conta 6milioni di fedeli". (AGI) .
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