Shanghai, 01 giu. - "Ho la cosa giusta che fa per noi" abbozza Phil, con le ultime energie rimaste dopo una cinque giorni di vacanza solitaria con la figlioletta di 18 mesi, in cui l'ho più volte visto in seria difficoltà.
"Mi fido di te, se poi è qualcosa alle erbe meglio...".
Phil appare perplesso dalla mia risposta ma la cosa non gli impedisce di estrarre il suo portatile e in pochi secondi le due amichette, poco più di tre anni in due, sono proiettate nel magico mondo di "In the night garden".
"Cos'è ?" chiedo.
Phil strabuzza gli occhi. Capisco che per un esperto di questo cartone animato della BBC creato dallo stesso (genio o criminale, dipende dai punti di vista) che ha dato vita ai celebri Teletubbies, il fatto che io non lo abbia mai sentito nominare sia inconcepibile, ma se ne faccia una ragione.
Osservandolo meglio, la mano dell'autore è visibile nell'ambientazione bucolica, ma poco rimane degli innervosenti Teletubbies. Anzi, l' ovattata atmosfera del Night Garden è fatta per accompagnare i bambini verso il mondo dei sogni, rilassandoli. E mentre Phil fa l'agiografia di Upsy Daisy, Makka Pakka e degli altri del Night Garden, con una serietà pari a quella che sfoggierebbe per spiegare il business plan agli investitori della sua azienda, un dubbio mi assale. Più che un dubbio, è una certezza.
"Hei Phil aspetta, ma quello chi è?" chiedo.
"Ma come, è Igglepiggle!" Phil scuote la testa, e continua a non darsi ragione della mia ignoranza.
Sono sconvolta, Igglepiggle è identico ad Haibao, l'arci nota mascotte azzurra dell'Expo di Shanghai.
Risultato della selezione di quasi 30mila altre proposte. La gara per dare all'evento del secolo una degna mascotte, fu vinta dal designer taiwanese Wu Yong-jian che conquistò tutti con il suo questo tesoro del mare (questo il significato del nome Haibao) dal carattere cinese ren (uomo). La nascita del buon Haibao fu fin dall'inizio turbolenta. L'autore del pupazzetto venne accusato di plagio per via di una somiglianza troppo accentuata con Gumby, un cartone americano degli anni '50. Ma si sa, la vita del copyright in Cina è tumultuosa, si sa dove si parte non si sa dove si arriva, e allora sembra che un'azienda che produce elettrodomestici, la Henan Haibao E-Appliances Co, si sia ritrovata ad avere lo stesso logo dell'Expo, senza volerlo, pensate!
L'onnipresenza dell'Haibao in tutte le sue forme, ha segnato i mesi dell'Expo. A pensarci bene si è però improvvisamente estinta. Dove sono tutti i pupazzetti giganti e meno a forma di Haibao che rendevano le strade di Shanghai meno grige e ancora più surreali? C'era l'Haibao connection con un paio di pupazzoni travestiti, uno da americano con tanto di stivali west, il mandarino e un imprecisato Haibao da spiaggia, piazzati in uno degli incroci più trafficati del sud est asiatico. C'era quello che ci accoglieva gaudente all'arrivo all'aereoporto di Pudong (forse l'unico ancora in attività) e poi una sfilza di Haibao d'erba disseminati per la città, tutti spariti nottetempo facendo perdere le proprie tracce.
Dove sono finiti?
A parte parenti vari di Haibao che sbucano da ogni parte a lanciare moniti o a pubblicizzare qualche prodotto, le uniche tracce che sono riuscita a trovare di Haibao in rete, sono quelle surreali uscite dalla penna di un intraprendente blogger fumettista. Promettendo una discesa agli inferi di Haibao come non si ricordava dai tempi di Britney Spears, il fumettista si è lanciato in un'odissea dell'omino blu che pare essersi accoppiato con Hello Kitty. Siamo solo alla decima puntata dell'Haibao connection e la simpatica mascotte è già stata arrestata per spaccio di droga, attendiamo sviluppi e apprezziamo la fantasia.
Ma il vero Haibao, dov'e'? Qualche tempo fa si trovava in Inner Mongolia intento a diffondere il verbo del Better City, Better Life e a piantare alberi per fermare la desertificazione. Ma temo che al momento in Inner Mongolia non sia proprio aria.
La mia preoccupazione per le sorti di Haibao non pare essere una paranoia solitaria.Non sembro essere la sola a preoccuparmi delle sorti dell'Haibao nazionale, dal momento che, infatti, ricevo allarmanti Haibao Alert, lanciati dall'onnipresente Paul French e dal suo socio Matthew Crabbe tramite la newsletter. Le segnalazioni sono variegate e spesso accompagnate da testimonianze fotografiche, il pupazzetto sembra muoversi schizofrenico nelle parti più remote del paese, forse in fuga. Ma da chi, da cosa?
di Mimi Iron
La rubrica "Lettere dalla Cina" ospita gli interventi di giovani italiani che vivono e lavorano in Cina, offrendo spunti di vita quotidiana e riflessioni originali. Andrea Bernardi, Corrado Gotti Tedeschi, Elisa Ferrero e Gianluca Morgese.