Pechino, 22 feb. - Nuova, ulteriore mossa della China Banking Regulatory Commission nella lotta al credito facile: l'authority bancaria di Pechino ha diffuso sabato scorso un regolamento che impone alle banche di fissare i termini dei prestiti erogati solo dopo una "valutazione prudente" dei richiedenti. CBRC, inoltre, ha richiesto maggiori controlli sulla destinazione finale dei liquidi, raccomandando di evitare che vengano impiegati nel settore immobiliare o in investimenti azionari; secondo le nuove direttive, infine, i fondi dovranno essere versati direttamente al richiedente e non ad eventuali creditori, per assicurarsi che i prestiti vengano effettivamente destinati all'uso dichiarato. China Banking Regulatory Commission, insomma, chiede alle banche di investire ulteriormente in risk management per evitare l'alluvione di liquidità registrata nel 2009 e proseguita anche nel gennaio 2010: secondo i dati ufficiali, l'anno scorso le banche cinesi (su impulso del governo) erogarono nuovi prestiti per la cifra record di 9.6 miliardi di yuan (circa 960 miliardi di euro), circa la metà del PIL annuo, mentre solo a gennaio si è toccata quota 1390 miliardi di yuan (139 miliardi di euro), il terzo risultato mensile della storia cinese. Questa forsennata corsa nella concessione di nuovi prestiti ha sollevato numerosi timori sul possibile scoppio di bolle speculative, soprattutto nel settore immobiliare e nel mercato azionario. Da tempo tanto la CBRC che la banca Centrale hanno varato diverse misure per invertire questa tendenza: solo tra gennaio e febbraio People's Bank of China ha aumentato il coefficiente di riserva obbligatoria delle banche dello 0.5% per ben due volte. Le autorità cinesi, almeno per il momento, sembrano più propense ad adottare misure di questo genere anziché procedere ad un aumento del tasso d'interesse; una mossa che potrebbe arrestare una ripresa ancora fragile, nonostante il +8.7% registrato nel 2009 dall'economia del Dragone.