CARNE DI MAIALE, PRONTE LE RISERVE STRATEGICHE
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CARNE DI MAIALE, PRONTE LE RISERVE STRATEGICHE

CARNE DI MAIALE, PRONTE LE RISERVE STRATEGICHE

Inflazione
CARNE DI MAIALE, PRONTE LE RISERVE STRATEGICHE
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Pechino, 18 lug.-  Ancora carne di maiale sul 'tavolo' del governo di Pechino, sempre più preoccupato per  l'impennata dei prezzi dell'alimento più consumato dai cinesi. E per far fronte al trend al rialzo, il ministero del Commercio ha fatto sapere che "nel momento più opportuno" immetterà sul mercato carne suina proveniente dalle riserve strategiche. Scorte, queste, che ad oggi ammontano a 200mila tonnellate. Epidemie, macellazioni di maiali e aumento del prezzo del grano: sono questi i principali fattori che hanno trainato il costante aumento dei prezzi della carne sin dal marzo del 2010. Poi, negli ultimi mesi, la carne suina ha registrato una vera e propria impennata: per acquistare un chilo di maiale i cinesi spendono ora 23,61 yuan (quasi 2.5 euro), ovvero il 57% in più rispetto a un anno fa e il +38% dall'inizio dell'anno. A far decollare i prezzi è sopratutto l'inflazione che ha toccato a giugno il +6,4% e che da tempo sta svuotando le tasche dei cinesi.

 

Intanto tra gli allevatori di suini più che l'entusiasmo per i profitti extra serpeggia il timore di un crollo dei prezzi: "la storia ci ha dimostrato che dopo una lievitazione dei costi segue un tracollo" spiega Shang Yudong, fattore della provincia dell'Henan. La "storia" cui fa riferimento l'uomo è quella del 2008 quando dopo un iniziale aumento, i prezzi della carne di maiale caddero a picco dando origine una sovrapproduzione che si protrasse per tutto il 2009. Gli scarsi profitti hanno inoltre messo in  crisi l'intero settore con il risultato che molti allevamenti hanno chiuso i battenti, mentre un grosso numero di maiali sono finiti al macello. Fattori, questi, che hanno segnato nei primi mesi del 2011 un calo del 4,8% di maiali vivi che ha inciso sul surriscaldamento dei prezzi della carne suina. "Non ci interessano i profitti abbondanti. Preferiamo guadagnare meno, ma in modo più stabile" ha dichiarato Yin Zhongquan, proprietario di un allevamento di maiali nel Sichuan.

 

Piatto forte della cucina cinese, il maiale costituisce il 65% del consumo di carni in Cina. Una quantità che assicura al Dragone il primo posto nella classifica mondiale dei produttori e consumatori di carne suina. Ma nonostante le dimensioni del mercato, la produzione è quasi esclusivamente alimentata da allevamenti a conduzione familiare. "Circa il 60% degli allevamenti di suini è costituito da piccole fattorie che forniscono meno di 50 maiali ogni anno" spiega Li Binglong, professore dell'Agricultural University.
Intanto per far ripartire il settore, Pechino mette mano agli incentivi promettendo agli allevatori 100 yuan (circa 10 euro) per ogni scrofa che viene fatta riprodurre.

 

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di Sonia Montrella

 

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