Cangioli: segno più solo da luglio
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Cangioli: segno più solo da luglio

Cangioli: segno più solo da luglio

Tessile. L'azienda denuncia la mancanza di reciprocità nelle nuove regole per il commercio con la Cina
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I l 2009 è passato «senza troppi danni». Anche se con un calo di fatturato, che è sceso dai 35 milioni del 2008 a 30 milioni di euro. Al Lanificio Cangioli, azienda familiare di Prato, nata 150 anni fa e arrivata alla quinta generazione, speravano nella ripresa dal 2010.
Invece i prossimi sei mesi, dice Vincenzo Cangioli, amministratore delegato dell'azienda, sono previsti ancora in negativo. Qualche segnale favorevole si intravvede nella seconda metà dell'anno. Ma l'intensità della ripresa è ancora tutta da verificare.
Pesa il calo dei consumi nel mondo della moda, che si è sentito forte in tutto l'anno scorso. Pesa la difficoltà di entrare nei nuovi mercati, come la Cina: «Dal primo gennaio ci sono normative di controllo all'importazione che sono una barriera, senza alcune reciprocità da noi in Italia».
Il Lanificio Cangioli produce tessuti di alta qualità; un'altra azienda del gruppo lavora nella nobilitazione e rifinizione del tessuto (per esempio, la tintura). Il calo di attività più forte ha riguardato il Lanificio.
C'è il rischio che la situazione si complichi, con effetti negativi sui lavoratori (110). Dalla seconda metà dell'anno scorso si è avviata la cassa integrazione. «Abbiamo fatto questa scelta per fronteggiare il calo di produzione, ma senza mettere in discussione l'assetto complessivo dell'azienda».
Una decisione, però, che mette in conto una ripresa. Cangioli sottolinea la lentezza dei tempi, nel nostro Paese, per realizzare una ristrutturazione. Un elemento in più, insieme ad un andamento del mercato debole, magari per affrontare con anticipo il problema.
Si vedrà. Per ora nulla è deciso. Dipende da come andranno le prossime settimane e, anche, dalle eventuali misure che il governo metterà in campo sugli incentivi.
La rottamazione delle auto, per Cangioli, è un elemento che penalizza indirettamente la moda e il tessile: «Ha l'effetto si spostare la spesa delle persone, fermo restando il budget complessivo a disposizione».Un fattore quindi spiazzante. Mentre non ci sono misure ad hoc per il settore tessile-abbigliamento: la scorsa finanziaria ha reso disponibile il credito di imposta per le collezioni, ma i soldi, sottolinea l'imprenditore toscano, sono spariti subito nel famoso click day.
Cangioli da tempo cerca di giocare la carte delle aggregazioni: «Ma unirsi non è ancora entrato a fondo nella cultura degli imprenditori». Si propone chi è molto debole, mentre non ha trovato qualcuno con cui fare intese alla pari. «Essere più grandi permette di presentarsi meglio di fronte ai clienti maggiori, fornire non solo prodotti di qualità, ma anche alti livelli di servizi».
Per fortuna la situazione finanziaria per ora è solida: l'azienda è patrimonializzata e non ha avuto problemi con le banche. E questo resta un punto di forza.
N. P.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

27/01/2010
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