CAIXIN, PROBABILE FUSIONE CNOOC CON SINOPEC
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CAIXIN, PROBABILE FUSIONE CNOOC CON SINOPEC

CAIXIN, PROBABILE FUSIONE CNOOC CON SINOPEC

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Pechino, 3 mar. - Le voci di una possibile fusione dei maggiorigruppi del greggio cinese sollevano ancora interrogativi inCina nonostante la smentita ufficiale del 26 febbraio scorso diSinopec, il maggiore gruppo del petrolchimico cinese, cheescludeva la possibilita' di formare un unico super-gruppo conChina National Petroleum Corporation (Cnpc), il gigante degliidrocarburi cinese, erede del vecchio Ministero del Petrolio,smantellato a meta' degli anni Ottanta. Se la fusione tra i duegiganti dell'energia cinese sembra fuori discussione, a fareriflettere gli analisti e' invece la possibilita' -apparentemente piu' concreta - di operazione che vedono alcentro China National Offhsore Oil Corporation (la piu' piccoladelle tre major petrolifere cinesi) e Sinochem, oppure unafusione della stessa Cnooc con Sinopec, secondo quanto scriveil magazine economico-finanziario cinese Caixin, una delle vocipiu' rispettate dell'editoria cinese.I rumors sulla riorganizzazione del settore energetico eranoapparsi per la prima volta il 17 febbraio scorso, a poche oredall'inizio delle festivita' del capodanno cinese. Il WallStreet Journal, che citava funzionari anonimi cinesi, parlavadi due possibili opzioni: la fusione tra Cnpc e Sinopec, o lafusione tra Cnooc e Sinochem, eventualita' di cui i leadercinesi discutono da tempo. Funzionari di Sinopec, settimanascorsa, avevano smentito ufficialmente ai microfonidell'agenzia Xinhua la possibilita' di una fusione con Cnpc,nonostante il governo cinese punti a una riorganizzazione delsettore. "Si sente il bisogno di consolidare il settore delgreggio cinese per portare a due o tre il numero di aziende diStato attive nel settore upstream - ha dichiarato a Caixin, QiuXiaofeng, analista del settore petrolifero per GalaxySecurities - Non e' necessario avere cosi' tanti attori statalinel settore upstream". I numeri troppo alti di Cnpc e Sinopecrendono difficile e non sostenibile, invece, la fusione dei duegiganti in un'unica entita' statale che opererebbe incondizioni di sostanziale monopolio nelle esplorazioni e nellaraffinazione e dovrebbe dare lavoro a 800mila dipendenti.Nel risiko delle fusioni, c'e' posto anche per altri fattori,come lo sviluppo delle energie non convenzionali, secondo GuoJiaofeng, energy policy researcher presso Drc, che al magazinediretto da Hu Shuli suggerisce tre possibili cambiamenti nelpanorama dell'energia cinese. "Il primo e' il lancio di schemipilota per le aste in cui vengono aggiudicate le licenze diestrazione di fonti energetiche non convenzionali, come loshale gas - spiega l'analista - Il secondo e' stabilire unmeccanismo di svincolo dalle licenze per porre fine a unasituazione che vede alcune compagnie provviste di licenza chenon compiono esplorazioni, e altre che non hanno accesso almercato. Il terzo e' rendere accessibile il mercato attraversoaste pubbliche e istituire un mercato secondario per lacompravendita dei diritti di esplorazione". .
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