BORSE CINESI AI MINIMI DI 14 MESI
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BORSE CINESI AI MINIMI DI 14 MESI

BORSE CINESI AI MINIMI DI 14 MESI

Finanza
BORSE CINESI AI MINIMI DI 14 MESI
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Pechino, 29 set.- La Cina si prepara alla Festa Nazionale di ottobre, con vacanze che dureranno una settimana, e i mercati scendono ai minimi degli ultimi 15 mesi: lo Shanghai Composite Index ha chiuso oggi a -1.1% a quota 2.365.3 punti, il risultato più basso dal luglio dello scorso anni, ed è al momento giù del 14% dall'inizio del trimestre.
A guidare le perdite ci sono oro e rame, elemento che secondo molti analisti indica nervosismo sullo stato dell'economia qualche giorno prima la pubblicazione dei dati ufficiali di settembre sul Purchasing Managers'Index, il principale indicatore dello stato di salute del manifatturiero. Tra gli indici di settore, lo Shanghai Materials Index ha ottenuto i risultati peggiori, con un calo oltre il 3%. Zijin, il colosso minerario dell'oro cinese, ha ceduto oltre il 4%, e scende ai minimi da un anno mentre i prezzi dell'oro continuano a calare. Il titolo sembra quasi sulle montagne russe, giù del 12% dopo aver toccato i massimi storici il 14 luglio scorso.
Si tratta solamente di un effetto della pausa per le festività, o si teme un rallentamento dell'economia cinese
Ad agosto il manifatturiero cinese aveva mostrato segni di stabilizzazione dopo il tonfo di luglio, che aveva portato l'indice ai minimi storici degli ultimi 29 mesi: il mese scorso il PMI era leggermente salito fino a quota 50.9 contro il 50.7 del mese precedente.
Il Purchasing Managers' Index è un indice basato su diversi fattori (tra cui nuovi ordini, produzione, consegne, ecc.) che evidenzia una crescita del manifatturiero quando si attesta oltre i 50 punti e al di sotto di tale soglia segnala invece un mercato in contrazione. Le elaborazioni ufficiali della China Federation of Logistics sono basate su un campione di 820 società attive in 28 settori differenti, dal tessile alla lavorazione del greggio.
Adesso, però, si teme una nuova sbandata per il mese di settembre: il contraccolpo del rallentamento in atto nelle economie più sviluppate, USA e Ue in testa, potrebbe aver già colpito il manifatturiero cinese.  
di Antonio Talia
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