Il boom indiscriminato del credito registrato in Cina negli ultimi mesi desta qualche timore: un portavoce ha dichiarato che la Commissione per il Controllo Bancario –l'organo di Pechino che si occupa degl'istituti di credito- sta valutando l'introduzione di nuove regole per assicurarsi che i prestiti vengano "effettivamente impiegati nell'economia reale". I dati sul credito hanno registrato un'impennata nel primo trimestre 2009, con le banche cinesi che hanno concesso nuovi prestiti per l'incredibile somma di 4058 miliardi di yuan (circa 460 miliardi di euro). A destare preoccupazione non è tanto il fatto che la cifra corrisponda alla quasi totalità delle linee di credito previste dal governo per l'intero anno e a circa il 70% del PIL prodotto nei primi tre mesi, ma che la stragrande maggioranza dei prestiti (1048 miliardi di yuan, quindi circa un terzo) sia stata concessa sotto forma di finanziamenti a breve termine, di quelli utilizzati abitualmente per attività che hanno bisogno urgente di capitali. "Le banche devono comprendere che gestire l'impatto della crisi è un compito a lungo termine e porre particolare attenzione ai rischi che si accumulano con un boom del credito" ha detto la scorsa settimana il presidente dell'authority cinese Liu Mingkang durante l'incontro mensile dell'agenzia. Liu ha sottolineato, anche durante il recente forum di Bo'ao, che il sistema creditizio di Pechino è in grado di estendere le linee di credito ben oltre le previsioni iniziali. Perché allora la necessità di nuove regole? Per prevenire il pericolo, indicato da molti analisti e dallo stesso presidente dell'agenzia, che questi crediti a breve termine vengano impiegati in depositi bancari per ottenere interessi o nei mercati azionari e immobiliari: una mossa che manterrebbe il fiume di prestiti ben lontano dall'economia reale. Secondo quanto detto dal portavoce il governo intende limitare al massimo questi rischi, senza però imporre nuovi limiti amministrativi all'ammontare dei prestiti che le banche possono erogare; una mossa- quest'ultima- che potrebbe intimorire tutti quegl'investitori il cui ottimismo su una possibile ripresa di Pechino ha sollevato il mercato cinese e quelli di altri paesi asiatici. Le nuove regole potrebbero quindi consistere sia nella pubblicazione di un documento che in una direttiva orale informale diramata a tutti i presidenti degl'istituti bancari. Di sicuro, alle prossime mosse del mondo bancario del Dragone sono legati molti destini economici: l'aumento nell'erogazione dei prestiti fa infatti parte di un più largo disegno del governo per aumentare il consumo interno e rendere meno dipendente dalle esportazioni l'economia nazionale. Un'evoluzione del mercato cinese a cui tutto il mondo guarda con estrema attenzione.