Pechino, 07 ott. - I prestiti concessi dalle banche cinesi nel mese di settembre potrebbero facilmente aggirarsi tra i 300 e i 400 miliardi di yuan (30-40 miliardi di euro circa), ma le autorità di Pechino non guardano con preoccupazione al boom del credito registrato nel 2009. È questa la posizione manifestata da Liu Mingkang, capo della China Banking Regulatory Commission - l'authority bancaria cinese -, durante il summit annuale del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, che in questi giorni sta riunendo a Istanbul i responsabili economici di tutto il mondo per discutere della crisi globale. "Questo è un anno molto speciale - ha dichiarato Liu - e un aumento del 30% dei prestiti è da considerarsi ragionevole, perché il volume de 2008 era molto basso". Secondo le statistiche fornite dalla Banca centrale di Pechino le banche cinesi, in agosto, hanno aperto linee di credito per 410.4 miliardi di yuan (circa 41 miliardi di euro), contro i 355 di luglio (35 miliardi di euro) e i 271.54 (circa 27 miliardi di euro) dello stesso periodo dell'anno scorso. "L'aumento del credito nel nostro paese non è al momento fonte di preoccupazione, e si stabilizzerà" aveva detto il vicegovernatore della Banca centrale Yi Gang sabato scorso. Negli ultimi dieci mesi la Cina ha accusato un costante calo delle esportazioni che nel primo trimestre 2009 aveva fatto registrare un modesto +6.1%, il più basso tasso di crescita in quasi un decennio. L'imponente pacchetto di stimoli all'economia da 4mila miliardi di yuan (circa 400 miliardi di euro) varato dal governo nel novembre scorso include anche un massiccio ricorso all'apertura di nuove linee di credito da parte delle banche, largamente controllate dallo stato. Solo nei primi sei mesi del 2009 si è assistito alla concessione di prestiti per ben 7.4mila miliardi di yuan (circa 750 miliardi di euro), una somma enorme che equivale alla metà del prodotto interno lordo dell'intera nazione nello stesso periodo, che ha suscitato paure crescenti sull'eventualità di un prepotente aumento dei non performing loans. La China Banking Regulatory Commission ha introdotto via via una serie di norme per evitare che questo enorme flusso di liquidità venga impiegato in speculazioni finanziarie e immobiliari invece di sostenere l'economia reale com'era nelle intenzioni del governo.