Il governo cinese si prepara ad affrontare un enorme deficit fiscale e chiede aiuto alle amministrazioni locali. Il Comitato Permanente del Congresso del Popolo (di fatto uno degli organi legislativi del paese) sta valutando la possibilità di consentire alle province cinesi l'emissione in proprio di bond. La notizia è stata riferita dall'agenzia di stato Xinhua, che però non ha diffuso altre informazioni in merito. Si tratta di una piccola rivoluzione: il governo centrale è sempre stato molto restio nell'affidare ai governi locali l'emissione di titoli di debito per i quali, in caso di pratiche poco chiare, sarebbe direttamente responsabile Pechino. Tradizionalmente le amministrazioni locali e provinciali ricevono una porzione relativamente piccola delle entrate fiscali, che finiscono direttamente nelle casse del governo centrale. Questo sistema in passato è stato aggirato legalmente tramite l'emissione di bond da parte delle imprese statali di livello locale; una prassi che secondo il consiglio di Stato ha condotto i governi delle varie province cinesi a detenere un debito "informale" vicino ai mille miliardi di yuan (circa 113 miliardi di euro). Ma a causa della crisi globale la situazione potrebbe presto cambiare: dei 4mila miliardi di yuan (circa 460 miliardi di euro) di misure straordinarie varate da Pechino, infatti, il governo centrale fornirà solo 1200 miliardi, lasciando il resto a governi locali e amministrazioni. In capo a qualche mese potremo comprare dei bond del Guangdong o dello Zhejiang come si fa già con quelli della California? Secondo un'indiscrezione pubblicata dal quotidiano di Hong Kong South China Morning Post il progetto sarà sperimentato nelle municipalità di Pechino, Shanghai, Tianjin, Chongqing e in altre due zone imprecisate, per essere poi allargato al resto del paese. Ma prima bisognerà attendere il marzo prossimo: solo allora, infatti, il Congresso Nazionale del Popolo potrà approvare la proposta.