BOB DYLAN A PECHINO:SOLO MUSICA, NO POLITICA
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BOB DYLAN A PECHINO:SOLO MUSICA, NO POLITICA

BOB DYLAN A PECHINO:
SOLO MUSICA, NO POLITICA

Cultura
BOB DYLAN A PECHINO:SOLO MUSICA, NO POLITICA
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Pechino, 7 apr.- Pubblico giovane –tra i 20 e i 30 anni- composto e ordinato,  stadio da 10mila posti pieno e nessuna sorpresa: chi attendeva momenti di tensioni dal primo concerto di Bob Dylan in Cina, oggi è rimasto deluso. La leggenda della canzone americana ha suonato per due ore al Gymnasium di Pechino, dopo che il tour dello scorso anno era stato annullato su iniziativa delle autorità cinesi, secondo alcuni per ragioni economiche, secondo altri per motivi politici.

 

Dylan ha presentato  una carrellata dei suoi successi più famosi – ma pezzi storici come "Like a Rolling Stone" e "All Along the Watchtower" solo in finale di concerto - suonati in una versione blues che ha attirato i cinesi soprattutto nelle parti in cui entrava in scena l'armonica. E pazienza se pochissimi mostravano di conoscere classici come "Ballad of a Thin Man" e "It's all over now Baby Blue", o se il pubblico è rimasto seduto al posto battendo disciplinatamente le mani, mostrando più coinvolgimento solo nel finale: la Cina non è abituata ai concerti delle mega star occidentali, assorbita com'è dalla scena pop dei cantanti di Hong Kong e Taiwan.

 

Il menestrello non ha praticamente rivolto parola al pubblico se non per presentare la band, e ha lasciato parlare esclusivamente la musica: se qualcuno al Dipartimento di Propaganda temeva proclami o prese di posizione proprio quando la Cina sta attraversando un momento politico delicato, ha potuto tirare un sospiro di sollievo. I censori cinesi ricordano ancora quando nel 2008 la popstar islandese Björk inneggiò al Tibet libero durante un concerto a Shanghai, e oggi la situazione - se possibile - è ancora più delicata: domenica scorsa le forze dell'ordine hanno arrestato Ai Weiwei, l'artista cinese più noto all'estero, da sempre feroce critico del regime di Pechino, e da allora non si hanno più notizie di lui. Unione europea, USA, Francia, Germania, Gran Bretagna e numerose altre nazioni ne hanno chiesto l'immediato rilascio ma, mentre il Nord Africa e il Medio Oriente sono squassati dalle rivolte, il Partito Comunista Cinese ha innalzato i livelli di guardia e rimane allerta contro qualsiasi manifestazione di dissenso, che provenga tanto dai misteriosi appelli alla protesta che circolano da due mesi su internet che da qualche cantautore straniero desideroso di puntare il dito contro la seconda economia mondiale (questo articolo).

 

Per la maggior parte del pubblico cinese, Bob Dylan sembra essere un signore con un cappello da cowboy che suona l'armonica e canta ballate western con una voce roca, e quelli che conoscono la storia da contestatore della rockstar - soprattutto i più giovani - preferiscono badare più alla musica stile blues e allo stile che al significato dei testi. Oggi nella capitale cinese il menestrello del rock è stato accolto da un pubblico "carino" che ha battuto le mani, si è alzato, e ha urlato un po', tutto con i tempi giusti. Forse al pechinese moderno i riti di massa - che si tratti di adunate politiche o di concerti rock - non vanno proprio giù.

 

di Antonio Talia

 

© Riproduzione riservata

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