BO XILAI SPACCIATO, RETROSCENA DI UNA FINE

di Giovanna di Vincenzo, Sonia Montrella e Alessandra Spalletta
Roma, 15 mar.- A 24 ore dalla conclusione della sessionedell'Assemblea Nazionale popolare, l'appuntamento più in vista delcalendario politico cinese, Chongqing diventa l'epicentro di un vero eproprio terremoto politico. A battere la notizia è naturalmente laXinhua la quale rende noto che in mattinata Bo Xilai, segretario nellamegalopoli, è stato ufficialmente sospeso dal suo incarico e saràsostituito dal vice primo ministro Zhang Dejiang. Le voci di unapossibile defenestrazione di Bo si rincorrono da oltre un mese, daquella notte in cui il suo braccio destro Wang Lijun si recò alconsolato statunitense di Chengdu dove rimase per alcune ore. E ancoraoggi non si sa se abbia chiesto asilo politico.
E' stato silurato? Cosa succederà ora che non è più lizza per il seggio del Politburo? E'la fine del Modello Chongqing? AgiChina24 lo ha chiesto a sei espertidel settore: Claudia Astarita, docente di politica cinese presso JohnCabot University, ricercatrice Cemiss ; Chan Che Po, AssistantProfessor presso il Dipartimento di Scienze Politiche della LingnanUniversity di Hong Kong ed esperto di politica cinese contemporanea;Jonas Parello-Plesner, senior policy fellow presso Ecfr a Londra; LindaChelan Li, professore di scienze politiche del dipartimento diamministrazione pubblica e sociale, City University di Hong Kong;Nunziante Matrolia, ricercatore Cemiss e autore di "la GrandeTransizione" edito da Rubbettino; Zhang Baohui, associate professorpresso il dipartimento di scienze politiche dell'università di linguadi Hong Kong.
COLPO DI SCENA O ESITO SCONTATO?
Astarita: Non mi aspettavo che il caso Wang Lijunavrebbe portato alla scomparsa di Bo Xilai dalla scena politica cinese.Tuttavia, ancora non sappiamo per quale motivo Wang Lijun abbia chiestoasilo politico agli americani (anche se non è mai stato confermato),cosa gli abbia promesso il sindaco di Chongqing per farlo uscire "disua spontanea volontà", né cosa abbia confessato durante gliinterrogatori dell'Alta commissione disciplinare del Partito.
Parello:Sorprende molto la velocità con cui il partito ha reagito nei confrontidi Bo Xilai. La sua rimozione dalla carica di segretario del Pcc diChongqing getta un'ombra d'incertezza sul suo futuro politico e, aquesto punto, è improbabile che Bo prosegua la sua corsa verso i noveseggi del Comitato Permanente del Politburo. La sua carriera politicaè finita nel momento in cui Wang Lijun si è recato al consolatostatunitense, rendendo così possibile ai numerosi nemici di Bo Xilaifarlo fuori.
COSA E' ACCADUTO DIETRO LE QUINTE?
Tra smentite e apparizioni ufficiali, la vicenda di Bo Xilai non sembra essere andata giù a Pechino.
Astarita: C'è sicuramente qualcosa di grosso inballo. Saranno state fatte rivelazioni scottanti che hanno compromessoper sempre l'affidabilità di Bo Xilai. Anche "l'aver scelto un leadersbagliato" non può essere un motivo sufficiente. Del resto, nellaconferenza stampa di qualche giorno fa Bo Xilai è parso tranquillo. Poic'e' stato il meeting a porte chiuse. Poi la sospensione. Dovremmochiederci quindi se l'interrogatorio di Wang Lijun possa definirsiconcluso o meno...
Chan: Bo deve aver commesso qualcosadi grave a Chongqing. E questo qualcosa è stato rivelato da Wang Lijuncon il suo arresto a Pechino. Non si sa cosa abbia fatto Bo e forse maisi saprà. La spiegazione ufficiale delle dimissioni potrebbero esserecollegate alle responsabilità sull'uomo da lui scelto, quindi WangLijun è indubbiamente la figura che ha determinato la sua caduta. Lacarriera politica di Bo quasi sicuramente finirà qui e, se continueràad avere un ruolo sulla scena politica, si tratterà di un ruolo dimarginale importanza.
L'ATTACCO SFERRATO DA WEN JIABAO
Nel suo discorso finale all'ANP il premier Wen Jiabao haesplicitamente intimato alla leadership di Chongqing di imparare daglierrori commessi nel caso Wang Lijun e ha attaccato, seppurindirettamente, i metodi da rivoluzione culturale. Il giorno dopo, lacaduta di Bo Xilai. Un tempismo abbastanza curioso.
Li: Penso che il governo centrale abbia avuto qualcheriserva sulla campagna rivoluzionaria e la lotta contro la corruzioneportata avanti da Bo Xilai e dai leader di Chongqing, da qui ilriferimento di Wen alla Rivoluzione Culturale. Il premier ha invitatoil governo di Chongqing a riflettere, e dopo questa affermazione haparlato di un'apertura alla riforme. Quindi penso ci sia unaconnessione tra le due cose: forse la politica di Bo Xilai non eradiretta verso le riforme.
Mastrolia: Non è detto che citroviamo di fronte a un attacco diretto a Bo. A mio avviso non sitratta di uno scontro tra modelli per la futura Cina, per esempio trail "modello Chongqing" e il modello più liberale proposto in altreregioni, ma di uno scontro tra persone. La personalizzazione dellapolitica è stata falciata. Potrebbe anche essere un segno che iriformisti stiano alzando la testa, anche se non ne sono convinto. Adogni modo, la mia impressione è che il Paese vada chiudendosi piuttostoche aprirsi.
QUALE FUTURO PER IL "MODELLO CHONGQING"?
Revival maoista, canzoncine rivoluzionarie nostalgiche e campagneanticorruzione: questi gli ingredienti usati da Bo Xilai per portarealla ribalta il modello di governo messo in atto a Chongqing. A quellodella megalopoli da 30 milioni di abitanti si contrappone il modelloGuangdong ideato da Wang Yang secondo principi più "riformisti". Lacaduta di Bo segnerà la fine del cosiddetto modello Chongqing?
Chan: È prematuro dire se la caduta di Bo possa determinareil fallimento del modello Chongqing. Sicuramente all'interno delPartito si misurano opinioni divergenti sullo scopo e la velocità delleriforme sociali, economiche e politiche. Ma non esiste una connessionecerta tra la sospensione dall'incarico di Bo e la fine del 'modelloChongging'.
Li: A mio modo di vedere, il messaggio chetrapela è che le dimissioni di Bo siano un attacco alla sua "campagnarossa". Si è parlato molto della presunta competizione tra Wang Yang,segretario del Pcc di Guangdong, e Bo Xilai. E le sfide tra diversiconcorrenti sono ormai frequenti. Wang Yang ha ricoperto un altoprofilo, soprattutto nelle ultime settimane, e si è parlato molto dellesue riforme nel Guangdong.
Mastrolia: Il modello messoin piedi da Bo aveva come scopo principale quello di aver cura degliultimi, cioè di coloro che sono stati lasciati indietro nella fase digrande trasformazione del paese. E questa linea politica vienecaldeggiata anche da Pechino, che non a caso sta investendo su sanità eassicurazioni sociali. Per guarire i guasti creati dallo sviluppoforsennato, la strategia più sensata è quella di mettere in piedi unsistema di protezioni sociali e di diritti sociali, che coincide più omeno con il modello propugnato da Bo Xilai.
Parello: Quel che è certo è che spariranno i personaggiche intonano canzoni rosse, che Wen Jiabao ha indirettamente additatocome uno degli eccessi della Rivoluzione Culturale. Così come termineràil brutale giro di vite su crimine e corruzione. Erano marchi difabbrica di Bo Xilai ed è improbabile che Zhang Dejiang proseguirà inquesto senso. Quello che resterà del modello Chongqing, invece, sarà disicuro la questione della disuguaglianza sociale e dell'ediliziapopolare, temi sui quali Bo Xilai ha cercato di imprimere un cambio dirotta, andando a tappare quei buchi della leadership Hu/Wen con cuiavranno a che fare anche i prossimi governanti.
Zhang:Da un punto di vista ufficiale non penso che la caduta di Bo possadeterminare la fine del modello Chongqing, perché questo prototipo èstato un esperimento che ha raggiunto molti risultati in campo sociale.Non possiamo sapere se sopravviverà così com'è, ma sicuramente alcunidegli esperimenti sociali e politici in esso contenuti – un'assolutanovità nel campo politico cinese – sono destinati a continuare. Dopo ilcaso Wang Lijun, molti imprenditori di Chongqing hanno accusato BoXilai di aver applicato metodi di tortura, e la campagna rossa è statadiretta a colpire i suoi nemici. Adesso sembra che qualcuno stiariservando a Bo lo stesso trattamento. Io però non lo definirei lostesso tipo di trattamento: Bo è stato rimosso da una posizioneregolare e prestigiosa, sarà sottoposto a indagini che non possiamoancora sapere come il Pcc intenderà condurre. In base agli errori dicui verrà accusato, Bo riceverà un certo tipo di punizione. Quindidobbiamo attendere il passo successivo prima di esprimere un giudiziofondato.
SI RIAPRONO I GIOCHI?
La defezione di Bo,fino ad oggi tra i più papabili nomi dei nove membri che siederanno alPolitburo – il gotha del PCC -, rimescola le carte sul tavolo delgoverno. Chi avrà la meglio ora che uno dei candidati favoriti non èpiù in corsa? E' possibile che lo scandalo finisca per far vacillare iltrono di Xi Jinping, destinato secondo le previsioni a governare laCina nel prossimo decennio?
Astarita: Per prima cosa bisognerà vedere chiprenderà il suo posto come braccio Destro di Xi Jinping nel Comitatopermanente. Poi capire chi entrerà nel comitato al suo posto. Se HuJintao facesse pressioni per selezionare un "riformista", gli equilibriall'interno dello stesso potrebbero cambiare a favore di Li Keqiang.Tuttavia Xi Jinping deve stare molto attento, perché anche sePresidente in pectore, fino ad ottobre il presidente rimane Hu Jintao,che lo ha accettato come legittimo successore, ma non lo ha sostenuto.Ecco perché, così come Bo Xilai nelle ultime settimane aveva cercato diattenuare i toni della sua campagna maoista per andare incontro ai temida sempre cari a Hu Jintao e Wen Jiabao, potremmo ora aspettarci che XiJinping si mostri più disponibile a dialogare con i "riformisti".
Chan:Non penso che ci possano essere delle ripercussioni su Xi Jinping.Personalmente preferisco non considerare la fazione dei principini equella della Lega della Gioventù come due gruppi in contrasto tra diloro. Non penso però che Bo e Xi appartengano alla stessa fazione.Piuttosto preferisco pensare che esista una fazione conservatrice e unaliberale per quanto riguarda l'obiettivo e la velocità delle riforme.Bo potrebbe essere un conservatore, ma non sappiamo se Xi sia liberaleo conservatore. Non intravedo grossi cambiamenti da qui ad ottobre.Dovremmo piuttosto prestare attenzione a chi sarà il nuovo segretariodi partito di Chongqing: Zhang Dejiang non dovrebbe mantenere questaposizione a lungo.
Li: Non credo che quello che èsuccesso posso ripercuotersi sul cammino politico di Xi Jinping. E'vero che è stato supportato da Bo Xilai, ma non è automatico che Xi oaltri leader verranno colpiti.
Mastrolia: Dobbiamo aspettarci èil silenzio, il che sarebbe in linea con il modus operandi dellaleadership degli ultimi anni. Restando sulla questioneriformisti/conservatori, è interessante notare che chi è stato chiamatoa succedere a Bo Xilai, non si presenta con un curriculum dariformatore. Zhang Dejiang è legato a Hu Jintao e alla sua lineapolitica, quella della via ad una democrazia con caratteristichecinesi, che da sempre sostengo essere un ossimoro.
Zhang:Non si può sapere chi vincerà ora che Bo è fuorigioco. Non penso chel'ex leader di Chongqing abbia dei nemici specifici, anche se, comemolti dicono, questa potrebbe una buona notizia per Wang Yang e per lasua scalata al potere all'interno del Comitato Permanente del Pcc.Certo è che un eventuale fallimento del modello di Chongqing potrebbeindicare che il modello di Canton ha risposto meglio ad alcuniproblemi. E questo costituirebbe un punto di vantaggio per Wang Yangnella corsa per il seggio del comitato permanente.
SINISTRA MAOISTA
Un editorialista diXinhua, intervenuto a proposito del caso Bo Xilai, è certo che lafazione di ultra sinistra è stata sconfitta. È una campagna contro lafine dell'era maoista?
Zhang: Penso che il movimento di ultra sinistra siasempre esistito al di fuori del sistema ufficiale. Bo si è reso contodell'esistenza di questo movimento e lo ha integrato nel modelloChongqing. La sua caduta ha certamente minato l'influenza politicadella sinistra, ma questo movimento continuerà ad avere presa sullapopolazione finché vi saranno problemi sociali come la corruzione. Nonpenso che ci sarà un altro personaggio guida che raccoglierà l'eredità,ma questo movimento continuerà lo stesso a esercitare pressione.
BO 'SCONFITTO' DALLE GUARDIE ROSSE?
Zhang: Non penso che la 'militanza' abbia influitosulla sua carriera: molti in passato, e soprattutto in giovane età,hanno fatto parte delle guardie rosse, tra cui diversi membridell'elite. Era un movimento caotico che riuniva attorno a sé personeprovenienti da varie realtà. Non sono da biasimare o colpevolizzareperché bisogna contestualizzare la loro scelta, erano molto giovani.Non credo sia un tema rilevante nella biografia di Bo Xilai.
SCHEDA DEL POTERE CINESE
Un partito, due schieramenti?
Secondo molti analisti all'interno del Partito Comunista cinese si contrappongono due fazioni. Tuttavia sono in molti a rigettare questa tesi e a sottolineare che più che di spaccatura all'interno della leadership, bisognerebbe parlare di un magma in cui albergano più anime o, più semplicemente, gruppi di potere.
I teorici della divisione individuano una prima corrente che punta ad accorciare le distanze tra ricchi e poveri accentuate dalla corsa allo sviluppo degli anni '90, e nello stesso tempo a mantenere salda la stabilità ad ogni costo: sono i "tuanpai",uomini che si sono formati nella Lega Giovanile Comunista, i cui massimi esponenti – il presidente Hu Jintao e il premier Wen Jiabao - siedono adesso ai vertici del potere. Per conquistare Zhongnanhai, il "Cremlino cinese", questa fazione ha soppiantato "La Cricca di Shanghai" di cui il vecchio presidente Jiang Zemin era il leader indiscusso. Più liberisti in economia dei "tuanpai", gli uomini di Shanghai sarebbero caduti in minoranza sotto il duo Hu-Wen, ma eserciterebbero ancora un certo potere.
Ago della bilancia sono i "taizi", i "principi rossi", vecchie famiglie dell'aristocrazia comunista legati da vincoli di parentela e da esperienze e interessi –anche economici- comuni. Queste divisioni, tuttavia, sono tagliate con l'accetta, e non definiscono appieno un vero e proprio mondo di affiliazioni e cordate di potere.
Ad esempio Bo Xilai, il leader di Chongqing caduto in rovina, è un "principe rosso" per diritto di nascita, ma ha lanciato un revival maoista difficilmente apprezzato dagli altri "taizi" , tra le prime vittime della Rivoluzione Culturale scatenata da Mao. E ancora, un leader locale sempre più importante come Wang Yang fa parte dei "tuanpai", ma lascia spazio all'economia di mercato come la vecchia "Cricca di Shanghai".
I futuri leader al potere
In autunno l'amministrazione Hu Jintao-Wen Jiabao terminerà il suo mandato per lasciare il posto a una nuova generazione di leader del Partito Comunista Cinese. La quinta generazione di leader andrà a occupare i nove seggi dellaCommissione Centrale del Politburo, il vero gotha del potere diPechino. Tra silenzi e voci, ecco altri dei nomi più papabili deiprossimi potenti della Cina.
Xi Jinping, 54 anni, attuale vice-presidente della RPC e vice-presidente della Commissione Militare, è destinato, secondo gli esperti, a diventare il prossimo presidente della Cina. Già a capo del Partito a Shanghai e della scuola di partito, dovrebbe assumere l'incarico di Segretario del Pcc nel 2012 e di Presidente della RPC nel 2013. Xi è un "principe rosso", figlio di quel Xi Zhongxun a capo della propaganda che venne imprigionato durante la Rivoluzione Culturale. Xi Jinping è emerso più verosimilmente come potenziale successore di Hu in virtu di un nuovo ordine gerarchico: l'essere indicato come sesto uomo, dopo Hu Jintao, Wen Jiabao e altri tre fedelissimi, ha lanciato Xi Jinping verso la presidenza, lasciando a Li Keqiang il ruolo di premier.
Li Keqiang, è vice premier della Repubblica Popolare, vice segretario del Partito, e dal 2007 settimo funzionario nella gerarchia del Comitato permanente dell'Ufficio politico del Pcc. Dal 2010 è anche direttore della Commissione di Stato per la sicurezza alimentare. Viene accreditato come il più probabile successore di Wen alla carica di premier della Repubblica Popolare. La sua candidatura è fortemente sostenuta dalla fazione "tuanpai" ed è soprattutto un uomo cresciuto nella Lega Giovanile Comunista, vicinissimo all'attuale presidente Hu Jintao.
Wang Qishan, 64 anni, è attualmente il vice-premier cinese, incaricato degli affari economici, energetici e finanziari. Si è guadagnato la fama di "Financial guy" del PCC gettando le basi del sistema finanziario cinese alla fine degli anni '90. Già membro dal 2008 del Comitato centrale del Politburo, aspira a una promozione a premier, caldeggiata dai populisti.
Tra gli aspiranti leader che concorrono per il posto al Comitato Permanente figura Wang Yang: leader del PCC del Guangdong e protagonista delle negoziazioni con il popolo ribelle di Wukan. Wang, dato in ascesa e prossimo a fare parte del Comitato Centrale del Politburo del Partito, è considerato un liberista, che punta a privilegiare l'iniziativa privata alle grandi imprese di Stato.
Secondo un superesperto come il professor Cheng Li della Brooking Institution, ci sono quattro leader con un posto più o meno assicurato al Comitato Permanente: Liu Yuanshan, l'uomo della Propaganda, il vicepremier Wang Qishan, il capo del dipartimento dell'Organizzazione Li Yuanchao, e infine Zhang Dejiang, il funzionario che ha preso il posto di Bo Xilai a Chongqing.
Fatto fuori Bo Xilai, rimangono tre poltrone e almeno sette persone in corsa. Oltre a Wang Yang, gli altri possibili candidati sono il segretario del partito di Shanghai Yu Zhengsheng ("principe rosso", ma in economia a cavallo tra "liberisti" e "tuanpai" attenti ai più poveri); il segretario del partito di Tianjin Zhang Gaoli (professore di economia, probabilmente vicino ai "liberisti"); e il segretario della Mongolia Interna Hu Chunhua: uno degli uomini di Hu Jintao con una carriera dentro la Lega Giovanile Comunista e una posizione di mediazione tra "liberisti" e "ultrasinistra".
Attualmente le posizioni al Comitato Permanente sono nove, e tali dovrebbero rimanere anche quando il comitato verrà rinnovato. Ma i membri del comitato possono essere tra i cinque e i nove: se le poltrone verranno ridotte, significherà che gli equilibri sono cambiati.
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