BO XILAI PARTECIPERA' ALL'ASSEMBLEA NAZIONALE DEL POPOLO

BO XILAI PARTECIPERA' ALL'ASSEMBLEA NAZIONALE DEL POPOLO

di Sonia Montrella

 

Roma, 24 feb.- Nessun punto interrogativo sulla partecipazione di Bo Xilai alla sessione annuale dell'Assemblea Nazionale del Popolo prevista per il mese prossimo. Ne è convinto Zhao Qizheng, top adviser del governo cinese, secondo cui non esiste alcun motivo per cui il numero uno di Chongqing non debba prendere parte in veste di delegato all'appuntamento più importante dell'agenda politica cinese. "Personalmente sono sicuro che parteciperà alla sessione. Perché non dovrebbe?" ha dichiarato ai giornalisti Zhao, direttore del comitato per gli Affari Esteri dell'organo consultivo della legislatura cinese.

 

Astro nascente della politica nazionale cinese, proiettato verso un seggio al Comitato Permanente - il gotha del Partito Comunista Cinese -, nelle ultime settimane Bo Xilai è finito sotto i riflettori per ben altri motivi: prima per il caso 'scandalo' del suo braccio estero Wang  Lijun, il super-poliziotto 'traditore' che avrebbe chiesto asilo politico presso il consolato USA a Chengdu; e poi per le voci diffuse negli ultimi giorni riguardo le sue  presunte dimissioni. Secondo l'International Center for Information on Human Rights and Democracy di Hong Kong, Bo aveva firmato una lettera nella quale consegnava il suo mandato al governo cinese. Una tesi che sembrava avallata dalla presunta assenza del leader di Chongqing ad appuntamenti ufficiali.

 

Immediata la smentita dal governo di Chongqing e dal dipartimento di Propaganda della municipalità secondo cui Bo era tornato al lavoro come sempre. E in soccorso è arrivato, nei giorni scorsi, anche un video della CCTV che mostra Bo Xilai prendere parte, lunedì scorso, a una riunione del Politburo presenziata dal segretario del partito Hu Jintao.

 

BO: VOCI DIMISSIONI, ARRIVA LA PROVA VIDEO

 

di Sonia Montrella

 

Roma, 22 feb.- Dopo la smentita ufficiale sulle dimissioni di Bo Xilai da parte del governo di Chongqing, arriva anche la 'prova video'.Nel notiziario delle 7pm di ieri, la tv di stato cinese CCTV hatrasmesso un filmato che mostra il segretario del PCC dellamunicipalità di Chongqing prendere parte, lunedì scorso, a una riunionedel Politburo presenziata dal segretario del partito Hu Jintao. Propriola sua presunta assenza a incontri ufficiali aveva avallato negliultimi giorni la tesi dell'International Center for Information onHuman Rights and Democracy di Hong Kong secondo cui il numero uno diChongqing aveva firmato una lettera nella quale consegnava il suomandato al governo cinese.

 

E il motivo del passo indietro di Bo sarebbe legato al "caso Wang Lijun":il super-poliziotto 'traditore' che avrebbe chiesto asilo politicopresso il consolato USA a Chengdu. Altre indiscrezioni trapelate negliultimi giorni e riprese dal portavoce del Centro hanno fattoriferimento a una possibile sostituzione di Bo Xilai a Chongqing conZhou Qiang, attuale segretario del partito provinciale dello Hunan eappartenente alla cerchia dei Tuanpai, ovvero degli esponenti che hannofatto parte della Lega della Gioventù, vicini a Hu Jintao. Le immaginidella CCTV, che mostrano un Bo Xilai intento a prendere appunti su untaccuino, suggeriscono che l'uomo è tuttora un membro del Politburo.

 

Ieri, l'ufficio stampa del governo di Chongqing e il dipartimentodi Propaganda della municipalità hanno dichiarato che il leader eratornato da Pechino e si era presentato al solito nel suo ufficio."Qualsiasi illazione sulla vicenda è falsa" avevano poi aggiunto. Boccacucita al ministero degli Esteri dove uno dei portavoce ha dichiaratodi essere all'oscuro dei rumors sulle dimissioni. Voci che, secondofonti governative contattate dal South China Morning Post, seppuresiano parzialmente vere potrebbero avere altre motivazioni: "Ne abbiamosentito parlare, ma non abbiamo ancora avuto alcuna conferma. Se Bo hadavvero offerto le dimissioni molto probabilmente lo ha fattonell'ottica di uno stratagemma politico". Per Chen Ziming, ledimissioni di Bo Xilai rappresenterebbero una mossa ben calcolata: "lasaga di Wang Lijun si è trasformata in uno dei più grossi scandalipolitici degli ultimi 60 anni e Bo può solo assumersene leresponsabilità essendo Wang il suo braccio destro". In altre parole ledimissioni rappresenterebbero l'unico strumento nelle mani di Bo perrisollevare la sua immagine.

 

Astro in ascesa della politica nazionale cinese, proiettato verso unseggio al Comitato Permanente - il gotha del Partito Comunista Cinese -il numero uno di Chongqing vanta geni di tutto rispetto tra le file delPCC: Bo Xilai è infatti il figlio di Bo Xibo, uno degli "Ottoimmortali", gli eroi della rivoluzione comunista. Spesso sorridente eamabile con i media, è diventato celebre per due motivi: perché hadissotterrato dalla memoria cinese la nostalgia maoista sotto forma dicanzoni e messaggi di propaganda spediti via sms, insieme allarieducazione dei giovani nelle campagne (tanto da guadagnarsil'appellativo di "nuovo Mao") e poi per la sua furiosa lotta, spessocondotta oltre i limiti del lecito, contro la mafia. Una crociatacontro la criminalità combattuta proprio con l'aiuto di Wang Lijun, almomento sotto l'occhio delle autorità centrali per aver chiesto asilo politico al Consolato americano nella nottetra il 6 e il 7 febbraio, e forse in possesso di particolari segretisul segretario del partito di Chongqing.

 

Basteranno le immagini della CCTV a dissipare ogni dubbio? Nelfrattempo a mettere a tacere le voci che circolavano sul web èintervenuta la potente macchina della censura. Sia sul "Twittercinese", Weibo, che sul motore di ricerca Baidu.com, se si digita "BoXilai" e "dimissioni", compare il seguente messaggio: "I risultatidella ricerca potrebbero non essere conformi alle leggi e regolamenti epolitiche pertinenti, e non possono essere visualizzati".

 

 

 

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SUCCESSIONE POLITICA, NE RIMARRANNO SOLO SEISi colora di mistero la lotta alla successione politica in Cina. Seinfatti i primi due posti, quelli di presidente e premier risultano giàassegnati, rispettivamente a Xi Jinping e Li Keqiang, a fine 2012saranno sei i nomi del Comitato Centrale del Politburo a cambiare...Continua



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