Bo, smentita dimissioni: arriva la "prova video"

di Sonia Montrella
Roma, 22 feb.- Dopo la smentita ufficiale sulle dimissioni di Bo Xilai da parte del governo di Chongqing, arriva anche la 'prova video'. Nel notiziario delle 7pm di ieri, la tv di stato cinese CCTV ha trasmesso un filmato che mostra il segretario del PCC della municipalità di Chongqing prendere parte, lunedì scorso, a una riunione del Politburo presenziata dal segretario del partito Hu Jintao. Proprio la sua presunta assenza a incontri ufficiali aveva avallato negli ultimi giorni la tesi dell'International Center for Information on Human Rights and Democracy di Hong Kong secondo cui il numero uno di Chongqing aveva firmato una lettera nella quale consegnava il suo mandato al governo cinese.
E il motivo del passo indietro di Bo sarebbe legato al "caso Wang Lijun": il super-poliziotto 'traditore' che avrebbe chiesto asilo politico presso il consolato USA a Chengdu. Altre indiscrezioni trapelate negli ultimi giorni e riprese dal portavoce del Centro hanno fatto riferimento a una possibile sostituzione di Bo Xilai a Chongqing con Zhou Qiang, attuale segretario del partito provinciale dello Hunan e appartenente alla cerchia dei Tuanpai, ovvero degli esponenti che hanno fatto parte della Lega della Gioventù, vicini a Hu Jintao. Le immagini della CCTV, che mostrano un Bo Xilai intento a prendere appunti su un taccuino, suggeriscono che l'uomo è tuttora un membro del Politburo.
Ieri, l'ufficio stampa del governo di Chongqing e il dipartimento di Propaganda della municipalità hanno dichiarato che il leader era tornato da Pechino e si era presentato al solito nel suo ufficio. "Qualsiasi illazione sulla vicenda è falsa" avevano poi aggiunto. Bocca cucita al ministero degli Esteri dove uno dei portavoce ha dichiarato di essere all'oscuro dei rumors sulle dimissioni. Voci che, secondo fonti governative contattate dal South China Morning Post, seppure siano parzialmente vere potrebbero avere altre motivazioni: "Ne abbiamo sentito parlare, ma non abbiamo ancora avuto alcuna conferma. Se Bo ha davvero offerto le dimissioni molto probabilmente lo ha fatto nell'ottica di uno stratagemma politico". Per Chen Ziming, le dimissioni di Bo Xilai rappresenterebbero una mossa ben calcolata: "la saga di Wang Lijun si è trasformata in uno dei più grossi scandali politici degli ultimi 60 anni e Bo può solo assumersene le responsabilità essendo Wang il suo braccio destro". In altre parole le dimissioni rappresenterebbero l'unico strumento nelle mani di Bo per risollevare la sua immagine.
Astro in ascesa della politica nazionale cinese, proiettato verso unseggio al Comitato Permanente - il gotha del Partito Comunista Cinese -il numero uno di Chongqing vanta geni di tutto rispetto tra le file delPCC: Bo Xilai è infatti il figlio di Bo Xibo, uno degli "Ottoimmortali", gli eroi della rivoluzione comunista. Spesso sorridente eamabile con i media, è diventato celebre per due motivi: perché hadissotterrato dalla memoria cinese la nostalgia maoista sotto forma dicanzoni e messaggi di propaganda spediti via sms, insieme allarieducazione dei giovani nelle campagne (tanto da guadagnarsil'appellativo di "nuovo Mao") e poi per la sua furiosa lotta, spessocondotta oltre i limiti del lecito, contro la mafia. Una crociatacontro la criminalità combattuta proprio con l'aiuto di Wang Lijun, almomento sotto l'occhio delle autorità centrali per aver chiesto asilo politico al Consolato americano nella nottetra il 6 e il 7 febbraio, e forse in possesso di particolari segretisul segretario del partito di Chongqing.
Basteranno le immagini della CCTV a dissipare ogni dubbio? Nel frattempo a mettere a tacere le voci che circolavano sul web è intervenuta la potente macchina della censura. Sia sul "Twitter cinese", Weibo, che sul motore di ricerca Baidu.com, se si digita "Bo Xilai" e "dimissioni", compare il seguente messaggio: "I risultati della ricerca potrebbero non essere conformi alle leggi e regolamenti e politiche pertinenti, e non possono essere visualizzati".
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