Pechino, 10 ago. - Il portavoce del Ministero delle Sanità cinese Deng Haihua ha reso noto che i funzionari per la sicurezza dei prodotti alimentari hanno avviato le indagini sul caso del latte in polvere contaminato, causa di un abnorme livello di ormoni e della comparsa del seno in tre bimbe in Cina. Deng ha dichiarato di prendere sul serio le preoccupazioni dei consumatori, e ha prontamente predisposto analisi e test su campioni di latte in polvere; ha inoltre incaricato una equipe medica di eseguire test clinici sulle bambine.
Come riportano alcuni media cinesi, tra cui il Global Times e China Daily, le azioni della cinese Synutra International sarebbero crollate del 35%. In un comunicato stampa, la compagnia ha negato qualsiasi coinvolgimento e ha affermato l'intenzione di intraprendere azioni legali per tutelare il proprio marchio. "Abbiamo lavorato a stretto contatto con le autorità statali, incluso il Chinese Dairy Association e l'ufficio della sicurezza alimentare, con l'obiettivo di analizzare campioni del prodotto e dimostrare la falsità delle accuse", ha dichiarato il capo esecutivo Liang Zhang.
Synutra nega l'aggiunta di ormoni al latte artificiale ed è pronta a dimostrare le avvenute operazioni di controllo della qualità. Al di là della fondatezza tutta da verificare delle dichiarazioni della compagnia, le preoccupazioni per l'ingresso in altri mercati dei prodotti lattiero-caseari contaminati, sottolineano il persistere di problemi di sicurezza alimentare allarmando di conseguenza i consumatori e danneggiando ulteriormente l'immagine della Cina.
Il nuovo scandalo di latte contaminato scoppiato in Cina ha infatti velocemente acquisito risonanza internazionale. Secondo quanto denunciato da alcuni genitori, sostiene il Codacons, "una fabbrica avrebbe prodotto latte per neonati con estrogeni femminili, con la conseguenza di aver fatto crescere il seno a bambine di 4 e 15 mesi". Il Codacons ricorda che "due anni fa, sempre in Cina, era scoppiato lo scandalo del latte in polvere alla melamina che portò alla morte di alcuni bambini". Per questo, l'associazione di consumatori ritiene "sia ormai giunta l'ora di rendere obbligatoria sulle confezioni la provenienza del latte. Non solo perché non si può escludere che latte in polvere proveniente dalla Cina sia venduto in questo momento in Italia, ma anche perché i continui scandali sul latte e sui suoi derivati, vedasi le mozzarelle blu, rendono ormai improrogabile indicare la provenienza della materia prima. E' un diritto del consumatore sapere da dove proviene quello che mangia, specie nel caso di prodotti finali che poi vengono pubblicizzati come "made in Italy". Ma può un latte proveniente dall'estero - si chiede il Codacons – essere indicato come italiano solo perché viene confezionato e lavorato in Italia? E una mozzarella e' italiana se viene fatta con latte tedesco"?
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