Pechino, 26 mag.- Riforma della governance mondiale, gli effetti della crisi e le ricette per uscirne: sono solo alcuni dei temi del discorso che il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani ha tenuto ieri a Pechino nel corso della prima edizione del China Europe High Level Political Parties Forum, davanti a una platea composta da rappresentanti del Partito Comunista Cinese e di numerosi altri partiti europei. "Per uscire dalla crisi, non si può tornare indietro - ha detto Bersani - lo status quo ante crisi è irriproducibile perché la crisi in corso non è un temporaneo deragliamento lungo la traiettoria percorsa nell'ultimo quarto di secolo. Viviamo una transizione geo-economica e geo-politica. Una lunga transizione che richiede una efficace regolazione politica, il coordinamento a livello globale delle politiche macro-economiche nazionali. Le fughe in avanti solitarie non funzionano. La strada del nazionalismo mercantilista percorsa o ricercata da tutti è, per tutti, senza uscita. Strauss Khan, Direttore del Fondo Monetario Internazionale, ha ricordato qualche mese fa che, aggregando le previsioni elaborate dai Paesi membri del FMI, si ottiene un surplus della bilancia commerciale globale dell'ordine del 30% del Pil del pianeta. Insomma, o da Marte qualcuno incomincia ad importare oppure siamo in difficoltà". Secondo Bersani, tutte le principali aree del pianeta devono rivedere i modelli ed i percorsi di crescita e di sviluppo perseguiti fino alla crisi, in particolare il mix tra domanda interna ed esportazioni e la distribuzione dei redditi. "Tutti siamo in gioco - ha detto il segretario del PD - siamo nella stessa barca e nessun Paese è un'isola. Dobbiamo tutti imparare a ridefinire l'interesse nazionale nel secolo dell'interdipendenza". "Insomma, il coordinamento delle politiche economiche è necessario non solo per rispondere alle emergenze finanziarie in corso o davanti a noi. A tal fine, è sempre più evidente che la governance multilaterale disegnata nel 1944 o negli anni '70 è inadeguata a riflettere le configurazioni politiche ed economiche del primo decennio del XXI secolo e a svolgere le funzioni oggi necessarie a regolare crescita e sviluppo sostenibili sul piano economico, sociale ed ambientale. E' inadeguato l'assetto del Fondo Monetario e della Banca Mondiale. Sono inadeguati per missioni e funzionamento il WTO e l'ILO ed è inadeguato, nonostante la più giovane età , il G7-G8. Il rafforzamento del G20 e la trasformazione del Global Stability Forum in Global Stability Board compiuto per gestire i rischi di collasso finanziario dopo il crollo di Wall Street nell'autunno 2008 sono passi avanti nella giusta direzione, ma primi passi di un lungo cammino. Le riforme della governance globale non sono una concessione alle potenze emergenti, sono la condizioni per promuovere una crescita stabile, in quanto sostenibile sul piano macro-economico, sociale ed ambientale". Le proposte della riforma della governane globale di Bersani Passano per il G20: "Il G20 dovrebbe diventare il fulcro della regolazione globale in campo economico e sociale, in stretta relazione con le Nazioni Unite. Il G8 non può essere sede decisionale. Nel Fondo Monetario Internazionale e nella Banca Mondiale è necessario accrescere i poteri delle economie emergenti e, necessariamente, ridurre lo spazio delle economie sviluppate, in particolare dell'Europa. Per evitare il loro indebolimento politico, i Paesi UE o, almeno, quelli dell'area euro dovrebbero accompagnare la diminuzione delle rispettive quote con l'unificazione delle rappresentanze. È inoltre, compito del G20 discutere i passi da compiere per arrivare ad un sistema monetario globale sostenibile". Su questo fronte, Bersani guarda con interesse alla proposta del Governatore della Banca Popolare Cinese di utilizzare i Diritti Speciali di Prelievo come una moneta di riserva globale sganciata da legami a Stati sovrani, sul modello del Bancor proposto da Keynes nel 1944, "Il consolidamento del G20, la redistribuzione di poteri nelle istituzioni di Bretton Woods e la stabilizzazione del sistema monetario globale sono condizioni necessarie per l'avvio di una domanda globale equilibrata e sostenibile" ha concluso il segretario del PD. Ai margini del suo intervento, Bersani si è intrattenuto coi giornalisti sulla Cina: "E' il tornante del mondo, la terrazza da cui si vede il cambiamento del secolo. Ma anche l'Italia ha qualcosa da offrirle: Il nostro welfare che spesso demoliamo a sproposito, resta esemplare. Abbiamo modelli di gestione sofisticati, qualità della vita, città ancora umane. In futuro le merci saranno solo una parte dell'export. Protagonista sarà l'organizzazione che coniuga diritti privati e stabilità pubblica: se ci muoviamo, possiamo offrire alla Cina qualcosa di unico".
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