di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 18 lug. - La crescita cinese può stare anche poco al di sotto del 7,5% per il 2014, purché crei posti di lavoro e innalzi i salari. Lo ha affermato il primo ministro cinese Li Keqiang che ha sottolineato l'importanza della qualità nella crescita attraverso l'innovazione, del risparmio energetico e del rispetto dell'ambiente come nuovi pilastri dell'economia del Dragone. Altro obiettivo fissato dal primo ministro con particolare enfasi è il contenimento dell'inflazione al di sotto del 3,5%. A giugno scorso, era del 2,3%, in rallentamento rispetto al dato di maggio, al 2,5%.
"Un tasso di crescita leggermente più alto o più basso del 7,5% è accettabile finche il nostro sviluppo creerà posti di lavoro, aumenterà i salari, dimostrerà qualità ed efficenza, favorisca il risparmio energetico e la protezione ambientale, e sia reale" ha dichiarato Li Keqiang. La Cina ha scelto la via delle misure mirate per affrontare i problemi della crescita economica e ha fatto ripartire gli investimenti in infrastrutture e riqualificazione urbana, con particolare attenzione per l'area dello Yangtze e i collegamenti con Shanghai. Il mese scorso, poi, la banca centrale cinese aveva immesso liquidità nel sistema con il taglio di mezzo punto dei requisiti di riserva obbligatori per le banche.
Nel primo trimestre, l'economia cinese era cresciuta del 7,4%, contro un aumento del 7,7% nell'ultimo trimestre 2013. Nei primi sei mesi dell'anno sono aumentati anche i redditi medi dei cinesi sia nelle aree urbane che rurali, nonostante resti ampio il divario tra queste due tipologie di cittadini: per i residenti nelle città l'aumento del reddito medio pro-capite si è attestato a 14959 yuan (1782 euro), contro i 5936 yuan (707 euro) dei residenti nelle campagne e nelle aree non urbanizzate della Cina.
18 luglio 2014
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