Pechino, 13 mag.- Le "quattro grandi" chiedono altra fiducia ai mercati: il governo di Pechino ha approvato l'emissione di nuovi titoli dei quattro principali istituti bancari del paese (Industrial and Commercial Bank of China, Bank of China, China Construction Bank e Bank of Communications) per un totale di 287 miliardi di yuan, circa 33 miliardi di euro. Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano economico di Shanghai National Business Daily, il Consiglio di Stato ha dato il via libera all'emissione di titoli per ulteriori 105 miliardi di yuan, che vanno ad aggiungersi ai 182 miliardi che erano stati già annunciati: secondo gli analisti del settore, la quota fissata dal governo è frutto di un compromesso tra le posizioni dell'authority che vigila sui mercati azionari – preoccupata per le eventuali turbolenze causate da un'eccessiva offerta di titoli bancari- e quelle della China Banking Regulatory Commission, l'organismo di controllo degli istituti di credito. La CBRC chiede da mesi un consolidamento dei capitali alle banche cinesi, dopo che il record di nuovi prestiti registrato l'anno scorso (9590 miliardi di yuan; 1100 miliardi di euro al cambio attuale) ha indebolito i bilanci e suscitato nuovi timori in merito a un aumento senza precedenti dei crediti in sofferenza. Negli ultimi mesi i principali istituti di credito hanno annunciato diversi piani di aumento di capitale: ICBC e Bank of China, ad esempio, puntano a piazzare alla borsa di Shanghai obbligazioni convertibili fino a 65 miliardi di yuan; ICBC, inoltre, punta a ottenere tra i 7 e i 10 milioni di dollari da ulteriori titoli piazzati presso la borsa di Hong Kong. China Construction Bank aveva già annunciato l'emissione di titoli fino a 75 miliardi di yuan da piazzare attraverso collocamento privato. Secondo le fonti anonime citate dal National Business Daily, ICBC emetterà in totale titoli per 70 miliardi di yuan, Bank of China per 100 miliardi di yuan, mentre il resto sarà diviso tra i due rimanenti istituti di credito, China Construction Bank e Bank of Communications.