Pechino, 23 feb.- In arrivo una nuova stangata sulle banche che hanno erogato prestiti alle amministrazioni locali: secondo quanto riportato da Bloomberg e da alcuni media di Hong Kong - che citano due fonti anonime vicine ai vertici del mondo bancario cinese - Pechino ha ordinato agli istituti di credito di ricalcolare i livelli di capitale a partire dal 31 marzo, attribuendo un rischio maggiore ai crediti concessi alle cosiddette "Local Investment Companies" (questo articolo).
Secondo le due fonti, se venisse assegnato un rischio triplo sui prestiti non completamente garantiti dal cash flow - come stabilito in dicembre - le cinque più importanti banche del paese si ritroverebbero con un TIER 1 capital ratio - ossia il rapporto tra il patrimonio di base della banca e le sua attività soggette a rischio - molto vicino al livello minimo consentito. La mossa potrebbe così invitare gli istituti di credito a maggiore prudenza, spingendoli a ridurre i prestiti o a nuovi aumenti di capitale.
Si torna, insomma, a parlare dei crediti concessi con troppa disinvoltura alle LIC: si tratta di agenzie semipubbliche collegate a doppio filo ai governi locali - tanto che spesso chi siede nel consiglio d'amministrazione è anche un funzionario politico -, che hanno ottenuto ampi finanziamenti fornendo come garanzia alle banche il principale asset a loro disposizione: la terra, che in Cina è di proprietà dello stato (questo articolo). Si calcola che negli ultimi anni siano sorte in tutto il paese più di 8000 LIC, alle quali le banche hanno erogato prestiti per almeno 7700 miliardi di yuan (circa 853 miliardi di euro), la maggior parte dei quali sono serviti a finanziare progetti di real estate che hanno contribuito a gonfiare quella che per molti è ormai una bolla immobiliare in piena regola.
Lo scorso anno le banche cinesi hanno raccolto circa 72 miliardi di dollari dalla vendita di azioni e bond convertibili, e la Cina ospita quattro delle dieci banche più importanti del mondo per valore di mercato. Da tempo, tuttavia, la China Banking Regulatory Commission - l'authority bancaria di Pechino - ha scelto la linea dura sui prestiti troppo facili per frenare la corsa al credito degli ultimi due anni: secondo le linee generali introdotte a dicembre, le banche debbono assegnare un rischio del 100% ai prestiti concessi alle LIC sostenuti completamente dal cash flow dei progetti che sono andati a finanziare, mentre ai prestiti sostenuti al 30% va attribuito un rischio del 300%, una cifra che impone alle banche di triplicare il capitale che garantisce ognuno di tali prestiti.
di Antonio Talia
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