"Se la Cina continuerà a mantenere una crescita annuale media dell'8%, nel 2030 potrebbe diventare la più importante economia del mondo" ha detto Lin, sottolineando che nel giro di vent'anni - a parità di potere d'acquisto - per quella data Pechino potrebbe raggiungere una grandezza economica doppia rispetto a Washington.
L'anno scorso la Cina ha superato il Giappone conquistando la seconda posizione sul podio delle economie mondiali, e mentre il traguardo di crescita fissato per il 2011 è il solito 8%, l'obiettivo stabilito dal nuovo Piano Quinquennale per il periodo 2011-2015 è pari al 7%, un rallentamento rispetto ai target del 7.5% che erano stati decisi nei piani precedenti, segno della volontà della leadership cinese di evitare un surriscaldamento dell'economia che provocherebbe ulteriori aumenti del costo della vita.
"Negli ultimi anni la Cina è stata la nazione con il più veloce tasso di crescita al mondo, che nel periodo 1990-2010 ha registrato un aumento medio del 10.4%, un risultato miracoloso, se confrontato con le performance di altri paesi emergenti - ha detto ancora Lin - , tuttavia l'espansione di Pechino potrebbe essere minata da una ripresa troppo lenta dell'economia globale dopo la crisi finanziaria, e la Cina deve anche affrontare sfide interne, come la crescente diseguaglianza dei salari".
Secondo Lin, inoltre, il surriscaldamento globale pone una seria minaccia alla sostenibilità della crescita economica cinese nel lungo termine: "La Cina, che è il primo inquinatore al mondo, deve cogliere l'opportunità e trasformarsi nel leader globale delle tecnologie ambientali", ha detto l'economista.
Pechino ha annunciato lo scorso anno un ambizioso programma per ridurre l'intensità carbonica – cioè la quantità di emissioni di gas serra per punto di Pil - del 40%-45% entro il 2020 attraverso la chiusura degli impianti ad alto impatto ambientale e massicci investimenti nelle energie pulite.
Nel 2010 l'economia cinese è cresciuta del 10.3%, il miglior risultato conseguito dallo scoppio della crisi finanziaria globale. Adesso, però, Pechino deve vedersela con i continui rincari del costo della vita: a febbraio l'indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 4.9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (questo articolo), l'ultimo di una serie di aumenti che sforano il limite del 4% fissato dal governo.
di Antonio Talia
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