Nel 2009 la Cina ha deciso di riservare una grande importanza ai problemi che riguardano l'inquinamento ambientale, prendendo numerose misure in diversi campi. Nei primi 45 giorni dell'anno, a Pechino sono state immatricolate 65.970 nuove autovetture, 1.466 al giorno, portando così il numero degli automezzi in circolazione a 3 milioni e 650 mila. A rivelarlo è l'Ufficio di Amministrazione del Traffico di Pechino. E' allarme anche a Shanghai, dove il grande numero di veicoli in circolazione è diventato una delle cause maggiori di inquinamento della città, contribuendo per l'80% all'inquinamento dell'aria in centro. Nella capitale economica della Cina sono stati registrati più di 2 milioni e mezzo di veicoli. Il governo cinese ha offerto incentivi per l'acquisto di bus ad energia alternativa in tredici delle città più grandi, incluse Pechino e Shanghai. Incentivi anche alle auto che usano fonti alternative, ma non si è ancora ben capito se questo possa valere anche nel caso dei veicoli prodotti oltremare dalle aziende straniere. Allo stesso tempo, il Dipartimento di Comunicazione di Shanghai dichiara che una significante riduzione del livello di inquinamento è previsto a breve termine, dal momento che un "carburante a idrocarburo non inquinante" sarà utilizzato per alimentare i bus della città dal prossimo mese. Gli autobus alimentati dal gas Dimethyl (DME) prenderanno servizio nella linea 147 della città, che collega il distretto di Hongkou a quello di Yangpu, dal prossimo mese. Il DME è il 10% più economico rispetto al petrolio ed è un carburante sintetico completamente privo di fuliggine, che può essere prodotto dal carbone, dai gas naturali o dalle biomasse, e incontra le regole di emissione in Europa e in Giappone. In accordo col Comitato delle Comunicazioni e della Costruzione Urbana di Shanghai, gli autobus puliti e a risparmio energetico sono stati creati per rendere la città "più verde". "Al momento ci sono 17 autobus ad energia elettrica,10 ad energia mista, e 281 a gas naturale, in servizio", ha dichiarato Huang Xiaoyong, un responsabile del Comitato. Oltre a questo problema ambientale, la Cina ha preso in considerazione anche un altro aspetto molto interessante: i governi locali di quattro regioni, tramite l'Amministrazione dell'Energia Nazionale, hanno deciso di costruire delle centrali elettriche ad energia eolica, con la capacità di generazione di 10.000 megawatt (MW), in accordo con Shi Pengfei, vice-presidente dell'Associazione dell'Energia Eolica Cinese (CWEA). Le regioni autonome dell'Inner Mongolia e del Xinjiang hanno messo a punto due progetti capaci di generare rispettivamente 50.000 MW e 20.000 MW, mentre le province dello Hebei e del Jiangsu hanno intenzione di edificare due centrali eoliche capaci di produrre 10.000 MW ciascuna. I governi locali non hanno ancora deciso quando inizieranno i lavori di costruzione. Nel frattempo, la provincia del Gansu ha cominciato l'edificazione della sua centrale elettrica di 12.000 MW nell'Agosto 2008 e la fine dei lavori è prevista per il 2015. Queste centrali aiuteranno la Cina ad ampliare il proprio sviluppo nel campo dell'energia eolica. Il Paese mira ad accrescere la sua totale capacità di produzione di energia eolica a 30.000 MW entro il 2020. Grande importanza alla salvaguardia dell'ambiente sarà data anche nella costruzione del lungo Ponte Hong Kong-Zhuhai-Macao. "Cercheremo di evitare il più possibile gli effetti negativi sull'ambiente durante la costruzione del ponte", ha dichiarato Li Qing, direttore del Dipartimento di Protezione Ambientale Provinciale. "Crediamo fermamente che il governo darà una estrema importanza alla salvaguardia dell'ambiente durante la sua costruzione", ha continuato. Le fonti dichiarano che sono presenti all'incirca 1000 delfini nei 460 chilometri quadrati dell'area dell'estuario. E' possibile che vengano causati danni agli animali e alle piante dovuti allo sfruttamento del territorio, e inquinamento acustico, che sarà un problema per i residenti della zona, sia quando il ponte sarà in costruzione sia una volta completato; e in più, è appunto possibile, che si possano danneggiare le condizioni di vita dei rari delfini bianchi cinesi. "Questi animali che vivono vicino all'estuario del Fiume della Perla sono già stati disturbati in precedenza dalle frequenti costruzioni di edifici commerciali", ha dichiarato Li. "Occorre più impegno per proteggere e salvaguardare questi animali, dal momento che il ponte interessa tre regioni e la riserva si espande nell'area marina di tutte e tre".
Le perdite solide e gli scarichi non saranno direttamente immessi nel mare durante la costruzione.