Auto, avamposto cinese a Torino
ADV
ADV
Auto, avamposto cinese a Torino

Auto, avamposto cinese a Torino

Motori. Baic, quinto costruttore del Paese asiatico, apre una filiale sotto la Mole per sviluppare progetti comuni con le aziende dell'indotto
di lettura
TORINO
Per ora saranno solo 4 i componenti della squadra che la cinese Baic (Beijing automotive industry corporation) insedierà a Torino per verificare le opportunità di coinvolgimento, nei nuovi progetti, di aziende di stile e di ingegneria. Ma il gruppo di Pechino, quinto costruttore automobilistico cinese – che lo scorso anno ha venduto 1,5 milioni di auto con un fatturato di 150 miliardi di yuan destinati a salire a 200 quest'anno – sta già pensando alla realizzazione di un proprio centro tecnologico sempre a Torino.
Ma gli obiettivi di Baic sono decisamente più ambiziosi. Xu Heyi, chairman del gruppo, ieri a Torino per la firma dell'accordo con il Ceip (Centro estero per l'internazionalizzazione del Piemonte) e la Camera di commercio torinese, ha infatti anticipato che l'interesse si estende all'intera filiera subalpina dell'auto. Per collaborazione e commesse, innanzi tutto, ma non sono neppure escluse acquisizioni. Perché, per i cinesi, produrre in Italia, e in particolar modo a Torino, è possibile, anche con le attuali regole. E un mercato italiano che – secondo il Centro studi Fleet & Mobility – vale comunque 31 miliardi di euro non è da sottovalutare.
Baic, hanno spiegato, apprezza la qualità e considera Torino la capitale mondiale del design ma anche della progettazione, prototipazione e sviluppo dell'auto. D'altronde lavorano già con gruppi torinesi come Pininfarina, ma collaborano anche con altri gruppi europei, da Bosch a Daimler. E utilizzano componentistica olandese mentre sono già sbarcati in Russia. Già ora il gruppo cinese ha inserito centinaia di talenti formati all'estero tra i 2.600 addetti del comparto Ricerca e Sviluppo. E Dean Gu Lei,vice presidente esecutivo di Batc (il centro tecnologico di Baic), ha spiegato che i designer cinesi impareranno molto dalla collaborazione con i colleghi di Torino.
D'altronde non è solo una prerogativa di Baic. Giuliano Lengo, direttore del Ceip, ricorda che a Torino opera già un centro stile e ingegneria di Jac, uno dei grandi costruttori cinesi di auto. Mentre Bertone stile, che chiuderà il 2011 con 25 milioni di fatturato, realizza il 65% dei ricavi con i primi 5 costruttori di auto e camion cinesi. E proprio per questo assumerà altri 60 ingegneri entro fine anno. Ma anche la Up design, nata a Torino meno di un anno fa, sta già lavorando in Cina.
Merito anche del progetto "Dall'idea all'auto", della Camera di commercio e del Ceip. Un progetto che, per quanto riguarda la Cina, ha portato a 36 negoziati in corso e 6 contratti firmati. Lengo aggiunge che dal 2005 sono quasi triplicate, da 13 a 32, le aziende piemontesi con un presidio stabile in Cina. Mentre Alessandro Barberis, presidente della Camera di commercio, ha sottolineato come gli effetti positivi si possano moltiplicare. E Baic è interessato ad operare d'ora in poi anche nel settore avio, partendo ancora una volta da Torino. «Dove – ha aggiunto Barberis – a metà novembre arriverà una unità di ricerca e sviluppo di un altro costruttore cinese, Sokon».
Un gruppo privato, precisa Lengo, specializzato in auto e minibus, con una produzione che dovrebbe raddoppiare nell'arco di un anno, da mezzo milione a un milione di veicoli. Mentre Baic ha obiettivi più ambiziosi, puntando a produrre 4 milioni di auto nel 2015, entrando tra i primi 15 costruttori mondiali, per approdare nella top ten entro il 2025. Una crescita che sarà basata anche sullo sviluppo del design, considerato l'arma vincente per superare la concorrenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

01/11/2011
ADV