Aung San Suu Kyi concludeil suo primo viaggio in Cina

Di Eugenio Buzzetti

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Pechino, 15 giu. - Si è conclusa ieri la prima visita di Aung San Suu Kyi in Cina. Il momento istituzionale più alto dei quattro giorni di permanenza nel Paese della leader dell'opposizione del Myanmar è stato l'incontro con il presidente Xi Jinping, nella veste di segretario generale del Partito Comunista Cinese. A colloquio con Aung San Suu Kyi, Xi ha parlato dei rapporti "amichevoli" tra i due Paesi e della necessità di guardare al futuro in una prospettiva di lungo termine. La visita di Aung San Suu Kyi è stata apparentemente insolita per la politica estera di Pechino. Molti osservatori, anche cinesi, hanno riscontrato un'anomalia con le tradizionali visite di altri capi di Stato o di governo, per la prassi cinese di non invitare in via ufficiale membri dell'opposizione con la motivazione ufficiale di non interferenza negli affari interni di un Paese. Il partito di Aung San Suu Kyi, la Lega Nazionale per la Democrazia, ha buone possibilità, secondo gli osservatori, di affermarsi alle prossime elezioni in Myanmar nel novembre prossimo, anche se al momento l'ex prigioniera politica non può concorrere alla presidenza del Paese a causa di una legge che vieta la candidatura alle persone che sono o sono state sposate con stranieri.

Durante i quattro giorni di permanenza in Cina, Aung san Suu Kyi è stata a Pechino, Shanghai e nello Yunnan, l'estrema provincia meridionale cinese ai confini con il Myanmar. A Kunming, capoluogo provinciale dello Yunnan, Aung San Suu Kyi ha incontrato il segretario provinciale del partito, Liu Jiheng, con cui ha parlato del modello di sviluppo delle provincia cinese e della possibilità di esportarlo nel suo Paese. La visita della premio Nobel per la Pace nel 1991 ha aperto anche il dibattito sulla sorte di Liu Xiaobo, il promotore di "Charta 08", il documento che chiede l'introduzione di libertà democratiche in Cina. Liu è in carcere dal 2009, per scontare una condanna a undici anni. Il Ministero degli Esteri cinese, ha reso noto, l'11 giugno scorso, poco prima dell'arrivo della leader dell'opposizione birmana, che la visita di Aung San Suu Kyi non avrebbe comportato una revisione della sentenza per il dissidente cinese, a cui è stato conferito il premio Nobel per la Pace nel 2010.

15 giugno 2015

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