AUMENTO TASSI D'INTERESSE, WEN: "SONO FIDUCIOSO"
Allo scoppio della crisi globale, nel 2008, Pechino ha lanciato un imponente pacchetto di stimoli all'economia da 4mila miliardi di yuan (pari a circa 458 miliardi di euro, al cambio attuale), ma a causare l'eccesso di liquidità in circolazione attualmente hanno contribuito soprattutto le politiche degli istituti di credito: su impulso del governo, solo nel 2009, le banche hanno erogato nuovi prestiti per la cifra record di 9590 miliardi di yuan (quasi 1100 miliardi di euro), e la soglia di 7500 miliardi fissata per il 2010 potrebbe essere già stata superata. Gran parte di questo fiume di denaro è stata destinata agli investimenti immobiliari, determinando continui rincari dei prezzi delle proprietà. Una quota consistente di tale credito, inoltre, è stata erogata alle cosiddette LIC (Local Investment Companies), agenzie riconducibili alle amministrazioni locali, che hanno offerto come garanzia alle banche il più importante dei beni nella loro disponibilità, la terra, che in Cina è proprietà dello stato. Così, mentre la febbre da investimenti immobiliari si diffondeva in tutto il paese e alcune authority statali elaboravano rapporti preoccupanti sull'entità dei crediti in sofferenza incamerati dalle principali banche cinesi, il costo della vita continuava a salire: "Le sue parole mi hanno colpito al cuore, - ha detto Wen Jiabao in risposta alle lamentele di un ascoltatore - perché i recenti rincari dei prezzi in tutta la nazione hanno effettivamente reso più difficili le vite delle famiglie a basso e a medio reddito". A metà dicembre, il Politburo e
di Antonio Talia
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