Asse con Torino per la ricerca sulla banda larga
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Asse con Torino per la ricerca sulla banda larga

Asse con Torino per la ricerca sulla banda larga

Nuove tecnologie. L'accordo Telecom-Huawei
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MILANO
L'orizzonte è vasto, spazia dall'Italia all'America Latina e l'importo in ballo è di quelli pesanti: un miliardo di dollari in cinque anni per una collaborazione strategica sulle infrastrutture più avanzate.
Telecom Italia e Huawei, la multinazionale cinese delle tlc, a Villa Pamphili ieri hanno siglato un patto d'acciaio dagli ampi confini geografici per lo sviluppo congiunto di tecnologie, in primis nel settore della banda larga.
Un accordo che dovrebbe sviluppare un valore di circa mille milioni di dollari, almeno stando a quanto si legge nel memorandum siglato ieri da Franco Bernabé, presidente di Telecom Italia e da Kevin Tao, gran capo di Huawei Europe.
Per il presidente Bernabè questa sigla «rappresenta il rilancio della presenza della ricerca nel settore delle telecomunicazioni a Torino, una città che ha tradizioni importanti in questo settore e che aveva dato origine a notevoli innovazioni».
Per Huawei c'è la conferma di una serie di promesse, prima fra tutte quella di non mollare sulla ricerca per lo sviluppo delle reti broadband, come aveva assicurato George Zhao, il nuovo managing director per l'Italia (si veda l'intervista al Sole 24 Ore del 27 aprile).
In questa direzione va anche l'incremento delle attività di ricerca congiunte nei due centri di Torino, il mobile Innovation Centre e il Network innovation centre.
«Huawei nel 2011 ha implementato una nuova strategia, da azienda internazionale ad azienda globale, il che prevede l'apertura di diversi quartier generali fuori dalla Cina laddove si trovano le competenze necessarie per seguire totalmente alcuni business - dice per Huawei Roberto Loiola, vice presidente per l'Europa - infatti l'Italia, attraverso il centro di competenza di Milano, sarà il centro nevralgico mondiale per la tecnologia wireless microwave con un direttore italiano e management italiano e nella stessa ottica l'Ungheria, ad esempio, diventerà il centro di competenza mondiale per la logistica».
La multinazionale cinese delle comunicazioni ha imboccato la strada della delocalizzazione dei suoi quartier generali in nazioni fuori dalla Cina e l'Italia, in questo senso, rappresenta un vero e proprio laboratorio di sperimentazione.
Aggiunge Loiola: «La partnership con Telecom, dopo quelle con Wind e Vodafone, è un un passo in avanti tra le compagnie focalizzate sul network ad alta velocità, il nuovo network su scala nazionale di nuova generazione (FTTH) e l'MBB Network per creare nuove e più efficienti infrastrutture. Le due società continueranno a esplorare insieme per creare soluzioni innovative finalizzate a una maggiore efficienza e a mettere nuove applicazioni a disposizione dei clienti. Perché Huawei ha in mente di potenziare l'aspetto dell'offerta alle aziende, una dimensione nuova sulla quale abbiamo deciso di puntare».
«Abbiamo nuovi uffici a Milano, una nuova sede al Lorenteggio, un centro di ricerca potenziato a Segrate, uno staff impiegato in Italia di 500 persone e una ricerca sempre attiva di talenti locali che possono svolgere - aggiunge Roberto Loiola – se lo desiderano un periodo di lavoro in Cina per ricoprire importanti ruoli manageriali. Il piano, che guarda un orizzonte di sviluppo quinquennale, prevede la collaborazione in programmi di ricerca congiunti per lo studio e la realizzazione di nuovi standard e soluzioni tecnologiche innovative. Ci sarà da lavorare e, ovviamente, si apriranno nuove prospettive occupazionali per profili di altissimo livello».
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04/06/2011
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