Pechino, 04 ago. - In Cina almeno tre bambini e un insegnante sono stati uccisi in un attacco ad un asilo a Zibo, nella provincia dello Shandong. I primi a riferirlo sono stati i residenti e il Centro informazioni per i diritti umani e la democrazia che ha sede a Hong Kong. Dalle prime testimonianze, la gravità della situazione è apparsa evidente: avrebbe agito da solo l'aggressore che, secondo le prime ricostruzioni, si è introdotto nell'asilo armato di coltello nell'orario in cui i genitori vanno a prendere i piccoli, cominciando a colpire. Tre bambini e un insegnante sono stati uccisi, circa venti i feriti tra bambini e insegnanti, di cui due ancora versano in condizioni gravi.
Poche ore dopo la polizia ha arrestato un 26enne che ha confessato di aver ucciso almeno tre bambini. Lo hanno riferito i media cinesi, che dopo il silenzio iniziale, hanno ammesso l'attacco all'asilo - di cui avevano dato notizia in precedenza solo giornali e blog di Hong Kong – aggiungendo ulteriori dettagli che fanno apparire la vicenda sempre più nitida, anche se il movente è ancora celato da un alone di mistero. L'arrestato si chiama Fang Jiantang. La polizia ha sequestrato all'aggressore un coltello con una lama lunga 60 centimetri: l'uomo ha ammesso che si tratta dell'arma utilizzata nell'assalto, ha riferito l'agenzia di stampa cinese Xinhua.
Tra marzo e maggio in Cina si è verificata una serie di attacchi contro le scuole, che hanno causato almeno 17 morti, tra cui 5 bambini, e 80 feriti. Già a maggio, dopo i primi, sconcertanti, episodi, alcuni opinionisti cinesi avevano già iniziato a parlare di "effetto emulazione" e a chiedere un ulteriore filtro sulle notizie diffuse dai media. Mettendo in fila altri dati, appare che secondo uno studio ufficiale dell'anno scorso sono almeno 173 milioni gli adulti cinesi afflitti da qualche forma di disturbo mentale; di questi, il 91% non ha mai ricevuto alcun aiuto di tipo professionale. I dati diffusi a marzo dall'Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino mostrano che in Cina le campagne e le città non sono mai state così distanti: nel 2009 il reddito medio di un residente urbano si è attestato a quota 17.175 yuan (circa 1800 euro) contro i 5153 yuan percepiti da un abitante delle zone rurali, un rapporto di 3.33 ad 1 che segna la più ampia disparità mai registrata dal 1978, l'anno in cui vennero varate le prime riforme economiche. 16 morti e più di una settantina di feriti, per la maggior parte bambini: l'unico dato certo di tutta la vicenda rimane il bilancio delle vittime.
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