Assalto alla fonderia dei veleni
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Assalto alla fonderia dei veleni

Assalto alla fonderia dei veleni

Pechino. Gli abitanti hanno fatto irruzione nel complesso industriale e bloccato la produzione
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La rabbia è esplosa quando si è sparsa la voce del tentato suicidio di una ragazza di 19 anni. Credeva di essere stata intossicata dal piombo, la madre le aveva negato i soldi per l'esame del sangue: così ha deciso di bere un pesticida. Sono tre anni che gli abitanti dei due villaggi limitrofi alla fonderia della città di Baoji, nel nordest della Cina, protestano per l'inquinamento causato da quell'industria che produce piombo, zinco e carbone. Ieri sono passati all'attacco.
Centinaia di persone hanno fatto irruzione nel complesso industriale Dongling Lead and Zinc Smelting Co, abbattendo le recinzioni, sfasciando camion e altri veicoli. Fino all'arrivo della polizia, un centinaio di agenti intervenuti a riportare l'ordine in fabbrica e altri duecento che hanno fermato la rivolta nei villaggi.
Da quando nel 2006 è stata aperta la fonderia, c'è uno strano odore nell'aria, l'acqua è diventata amara, i raccolti nei campi sono diminuiti. E oltre seicento bambini sono rimasti intossicati. Sono i figli dei villaggi di Madaokou e Sunjianantou: mostrano disturbi nella crescita, rimangono bassi e troppo magri, hanno problemi di concentrazione a scuola e soffrono di insonnia. La settimana scorsa le analisi hanno accertato un elevato livello di piombo nel sangue (fino a tre volte il limite di sicurezza) nell'80% dei 731 bambini che vivono nei pressi della Dongling: sono 615 i minori intossicati, 154 di loro sono stati ricoverati in ospedale, altri 12 stanno per entrarci. Ma il governo della contea continua a finanziare gli esami del sangue solo per gli under 14: per questo ieri la diciannovenne, senza denaro, ha tentato il suicidio.
Già il 6 agosto i residenti furiosi hanno costretto la fonderia alla chiusura, dopo che è stato riscontrato il primo caso di intossicazione, un bambino di sei anni. L'impianto, però, è rimasto fermo solo due giorni. «Ciò che dobbiamo fare è riallocare velocemente i residenti nelle vicinanze, chiedere all'industria di migliorare le emissioni ed eseguire gli accertamenti ambientali anche più lontano dall'area», ha riferito Han Qinyou, capo della locale stazione di monitoraggio ambientale. In realtà, ancor prima di costruire la fabbrica, le autorità municipali avevano previsto di trasferire più lontano tutti coloro che abitavano entro un raggio di 500 metri. Da allora, tuttavia, solo 156 famiglie su 581 hanno ottenuto una nuova casa. Nei giorni scorsi il governo della contea è corso ai ripari, con una nuova promessa: velocizzare le procedure di trasferimento e spostare entro due anni le 425 famiglie rimanenti in una nuova località, situata a 1.350 metri dalla fabbrica. Per i bambini contaminati, purtroppo, potrebbe cambiare poco: l'eccesso di piombo nell'organismo produce un avvelenamento dalle conseguenze graduali e progressive, a cui è difficile rimediare.
La fonderia di Baoji continuerà ad inquinare. D'altra parte ogni anno produce 100mila tonnellate di piombo e zinco, 700mila tonnellate di carbone, e nel 2008 ha contribuito al 17% del Pil della contea. Ma nella Cina del miracolo industriale, l'emergenza inquinamento è quotidiana. E gli scandali cominciano pian piano ad affiorare.
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False promesse
La Dongling Lead and Zinc Smelting Co è una fabbrica situata presso la città di Baoji, nel nord-est della Cina. Produce ogni anno 100mila tonnellate di piombo e zinco e 700mila tonnellate di carbone
Da quando è stata costruita, nel 2006, circa 615 bambini dei villaggi limitrofi sono rimasti intossicati dal piombo, e 154 di loro sono già ricoverati in ospedale
Ieri le famiglie dei bambini hanno preso d'assalto la fabbrica. Da anni il governo promette loro di trasferirle lontano dalla fonderia

18/08/2009
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