Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 16 lug. - I leader europei e asiatici chiedono il rapido ritorno all'ordine costituzionale nel Paese dopo il tentato golpe della notte scorsa, al termine del summit dei Paesi Asem che si è chiuso oggi a Ulan Bator, in Mongolia. Il vertice, a cui hanno preso parte i rappresentanti dei 49 Paesi membri, si è chiuso con un invito a una maggiore cooperazione tra Asia ed Europa, ma la due giorni mongola è stata funestata dall'attacco di Nizza di giovedì notte, che ha provocato 84 morti, e dal tentato golpe in Turchia di ieri notte, in cui sono morte oltre 190 persone negli scontri.
Il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, ha sottolineato che la tensione in Turchia non può essere risolta con le armi e che "non c'è posto per un colpo di Stato militare nella Turchia moderna". Tusk ha poi chiesto "un rapido ritorno all'ordine costituzionale in Turchia" e ha sottolineato il ruolo di Ankara come partner dell'Ue. "L'Unione Europea sostiene il governo democraticamente eletto, le istituzioni del Paese e lo stato di diritto". Il modo in cui la Turchia uscirà da questa crisi, ha aggiunto Tusk, "sarà cruciale anche per le relazioni con l'Unione Europea".
L'Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza dell'Unione Europea, Federica Mogherini, ha convocato una riunione di urgenza per il coordinamento tra i ministri degli Esteri dell'Unione Europea e dei loro rappresentanti presenti al summit di Ulan Bator, per discutere della situazione in Turchia e il sostegno ai cittadini europei che vivono nel Paese. I rappresentanti hanno espresso sostegno alle istituzioni democratiche del Paese e condannato l'uso della violenza. Mogherini, spiega una nota dell'Ue, ha poi parlato con il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, con altri ministri degli Esteri dell'Ue, e con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.
L'ordine democratico in Turchia "deve essere rispettato. Occorre fare qualsiasi cosa per proteggere vite umane", ha fatto poi sapere il cancelliere tedesco Angela Merkel, presente al vertice di Ulan Bator, tramite il suo portavoce, Steffens Seibert. Preoccupazione per la situazione è stata espressa anche dal primo ministro giapponese, Shinzo Abe, mentre il governo indiano ha chiesto a tutte le parti di "sostenere la democrazia ed evitare un bagno di sangue". Da Pechino, il Ministero degli Esteri cinese ha poi fatto sapere di monitorare la situazione in Turchia e di auspicare il ripristino dell'ordine nel Paese.
15 LUGLIO 2016
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