Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 26 lug. - Frenare le possibili escalation nel Mare Cinese Meridionale e "voltare pagina" nei rapporti tra Cina e Filippine, per assicurare la pace e la stabilità nella regione. Con questi impegni si conclude il meeting dei ministri degli Esteri dei Paesi Asean più i rappresentanti di Cina, Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti. La sentenza della Corte Permanente di Arbitrato dell'Aia del 12 luglio scorso, contraria alla Cina sulle rivendicazioni nel Mare Cinese Meridionale, non è stata menzionata nei comunicati ufficiali redatti durante il vertice allargato ai Paesi dell'Asia orientale, nonostante le iniziali pressioni delle Filippine, e Pechino e Manila dovranno tornare a parlarsi, per risolvere le tensioni attorno alle dispute di sovranità nel Mare Cinese Meridionale.
La richiesta di "voltare pagina" nel Mare Cinese Meridionale è arrivata oggi dal segretario di Stato Statunitense, John Kerry, al termine del meeting di Vientiane in Laos, e prima della ripartenza per Manila, dove è atteso nella serata di oggi. Gli Stati Uniti rimangono neutrali rispetto alle questioni di sovranità nel Mare Cinese Meridionale, ha confermato Kerry, ma chiedono a Cina e Filippine di "abbandonare le tensioni e voltare pagina", e al neo-presidente filippino, Rodrigo Duterte, di "impegnarsi nel dialogo e nei negoziati". Gà nella serata di ieri, il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, aveva fatto una richiesta simile a Kerry, chiedendo agli Usa di "sostenere la ripresa dei colloqui" tra i due Paesi, oggi ai ferri corti dopo la sentenza dell'Aia sulla richiesta di arbitrato presentata dalle Filippine nel 2013.
Kerry ha poi ribadito l'importanza che la Cina rispetti le leggi internazionali e a ogni Paese coinvolto nelle dispute di sovranità di trattenersi da azioni che possano essere lette come "provocatorie". La possibilità di un dialogo bilaterale con Manila, come vorrebbe Pechino, si era intravista già settimana scorsa, in occasione del vertice Asem (Asia-Europe Meeting) di Ulan Bator, ma i rapporti erano tornati di nuovo tesi tra le Filippine e la Cina, che non riconosce valida la sentenza emessa dai giudici dell'Aia. L'omissione di ogni riferimento alla sentenza nei comunicati congiunti, viene vista come una vittoria diplomatica della Cina, a solo due settimane dall'esito dell'arbitrato, anche se in molti punti si chiede implicitamente a Pechino di trattenersi dai lavori di ampliamento nel Mare Cinese Meridionale.
Nei due giorni a Vientiane c'è poi stato posto anche per altri confronti, oltre a quelli sul Mare Cinese Meridionale. Kerry ha definito "estremamente provocatorio" il perseguimento di armi nucleari da parte della Corea del Nord, che dovrebbe invece seguire l'esempio dell'Iran e abbandonare la strada delle armi atomiche per il ritiro delle sanzioni. La situazione sul fronte nord-coreano è complicata però, dalla decisione congiunta di Usa e Corea del Sud di installare in territorio sud-coreano un sistema di difesa anti-missilistico per contenere la minaccia nord-coreana. Il Thaad (Terminal High-Altitude Area Defense system) ha riscontrato la forte opposizione di Pechino, per timore che l'installazione del sistema anti-missilistico possa danneggiare la sicurezza nella regione: Seul ha "minato la fiducia" tra Cina e Corea del Sud con la decisione di installare sul proprio territorio il Thaad, ha dichiarato il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, al suo omologo sud-coreano, Yun Byung-se.
26 LUGLIO 2016
Wang a Kerry, Usa sostengano ripresa dialogo con Filippine
di Eugenio Buzzetti
Pechino, 26 lug. - La Cina chiede agli Usa di sostenere la ripresa del dialogo con le Filippine, divise dalle dispute territoriali e dalla sentenza della Corte Permanente di Arbitrato dell'Aia del 12 luglio scorso, su ricorso presentato da Manila, che ha negato alla Cina ogni diritto storico su un'ampia porzione del Mare Cinese Meridionale. Al summit dei ministri degli Esteri dei Paesi Asean, l'associazione delle economie del sud-est asiatico, il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, ha chiesto al segretario di Stato Usa, John Kerry, "passi concreti per sostenere la ripresa dei colloqui tra Cina e Filippine e sostenere gli sforzi della Cina e dell'Asean di mantenere la pace e la stabilità regionale", secondo quanto riporta una nota del ministero degli Esteri cinese. Wang e Kerry, assieme ai rappresentanti di Giappone e Corea del Sud, erano invitati al meeting Asean, che si è aperto ieri a Vientiane, in Laos. I due non hanno menzionato direttamente la sentenza nel colloquio, ma il segretario di Stato Usa ha sottolineato l'importanza di rispettare le leggi internazionali per tutelare le libertà di tutti i Paesi.
La Cina ha raggiunto ieri un accordo con i Paesi Asean sul Mare Cinese Meridionale favorevole a Pechino, che non vede mai menzionato il verdetto dei giudici dell'Aia a poco meno di due settimane dall'esito dell'arbitrato. Nella nota congiunta, le due parti, Cina e Asean, si impegnano a esercitare moderazione nell'area e a evitare escalation di attività su isole, scogli o barriere, ma senza citare la sentenza del 12 luglio scorso, apertamente contraria alla Cina. Già nella mattina di ieri, nel primo comunicato emesso dai ministri degli Esteri dei Paesi Asean, non comparivano riferimenti all'Arbitrato: le Filippine hanno deciso di evitare ogni cenno alla vicenda per giungere a un comunicato congiunto con gli altri Paesi della regione. Pechino ha poi potuto contare per la vittoria diplomatica sul sostegno della Cambogia, contraria a ogni riferimento alla sentenza nel comunicato.
26 LUGLIO 2016
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