ARRIVA LA COMMISSIONE NAZIONALE DELL'ENERGIA
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ARRIVA LA COMMISSIONE NAZIONALE DELL'ENERGIA

ARRIVA LA COMMISSIONE NAZIONALE DELL'ENERGIA

Energia
ARRIVA LA COMMISSIONE NAZIONALE DELL'ENERGIA
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Pechino, 28 gen. - Tutte le questioni energetiche cinesi verranno ricondotte sotto la guida di un unico organo: nasce la NEC, la Commissione Nazionale dell'Energia. Il Consiglio di Stato - il governo di Pechino - ha annunciato ieri la creazione di questa sorta di "superconsiglio" guidato direttamente dal premier Wen Jiabao, che riunirà 21 tra ministri e direttori di diversi dipartimenti, dalla Commissione Nazionale Sviluppo e Riforme (il principale organo di pianificazione economica) fino alla banca Centrale. "La Commissione Nazionale dell'Energia sarà responsabile per lo studio e la formulazione di una strategia nazionale di sviluppo energetico – si legge nel comunicato – e si occuperà altresì delle questioni inerenti alla sicurezza energetica, allo sviluppo, e al coordinamento dei principali programmi nazionali e internazionali". Si tratta, di fatto, di una mossa decisionista del governo centrale, che riporta il paese indietro a prima del 1993, anno in cui fu sciolto il ministero dell'Energia; dopo di allora la Cina  non ha più avuto una politica energetica unitaria, e le competenze si sono disperse tra i governi locali e vari organismi differenti. Il fronte energetico viene sempre più percepito come uno dei punti deboli del Dragone: diverse zone della Cina soffrono di blackout cronici fin dal 2003, e se le statistiche fornite dall'Amministrazione Generale della Dogana dimostrano che nel 2009 ben il 52% del fabbisogno cinese di greggio proveniva da forniture straniere, anche il versante del carbone (che a tutt'oggi fornisce alla Cina circa il 70% del suo fabbisogno energetico complessivo) presenta numerosi punti critici. Tra la fine di dicembre e i primi di gennaio l'elettricità è stata razionata in numerose province della nazione proprio a causa della scarsità delle scorte di carbon fossile, che alcuni quotidiani di partito come il Guangzhou Daily avevano attribuito, tra le altre cose, alla controversa privatizzazione delle miniere dello Shanxi, da sempre il serbatoio naturale di questa risorsa per il resto del paese. In quel frangente diversi autorevoli economisti come Hu Xingdou avevano invocato un intervento del governo centrale di Pechino per evitare che il controllo delle risorse energetiche rimanesse in mano solo ad alcune province. Detto, fatto: la Commissione Nazionale dell'Energia, di cui sarà vicepresidente il vicepremier Li Keqiang, riconduce tutta la politica energetica sotto il diretto controllo di Pechino. Se l'accentramento porterà ad una semplificazione, o se invece il "superconsiglio" renderà ancora più lacunosi i processi decisionali si scoprirà solo nei prossimi mesi. 
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