Pechino, 23 apr. – Apre oggi l'11° Beijing International Auto Show, l'appuntamento biennale che raduna case automobilistiche nazionali e internazionali, oltre agli appassionati di motori. Per quest'anno è previsto un vero boom di presenze: 700mila visitatori, 2100 case produttrici provenienti da 16 paesi, 990 modelli (di cui 89 'nuovi di zecca') su una superficie complessiva di 200mila metri quadrati. "Nessun produttore ignorerà il Beijing Auto Show, tutti vediamo nella Cina la principale fonte di crescita": la dichiarazione rilasciata da Kevin Wale, presidente e direttore generale di General Motors China Group, la dice lunga sulla portata dell'evento, che negli ultimi anni è diventato uno dei più grandi e importanti a livello globale. Gli ultimi dati diffusi da GM giustificano l'interesse della casa statunitense per la Cina: dopo una delicata fase di ristrutturazione endogena che è seguita alla crisi finanziaria del 2009, l'azienda ha praticamente duplicato le proprie vendite in Cina. Nel primo trimestre 2010, sono state piazzate ben 620mila unità, che equivalgono al totale delle vendite registrate nel 2005; grazie a questi volumi, inoltre, il mercato cinese ha sorpassato quello americano. E il futuro appare ancora più roseo, con previsioni interne che mirano a 2 milioni di veicoli venduti nell'anno in corso e 3 milioni entro il 2015. GM non è certo l'unico gigante automobilistico ad avere gli occhi puntati sulla clientela cinese. Da un paio di settimane le vie della capitale e i principali media nazionali sono monopolizzati dalla nuova campagna pubblicitaria di BMW. Imperniato sul carattere 'yue' (in cinese gioia), il marketing invita al piacere della guida e rilancia un messaggio di fiducia dopo la svolta negativa registrata dall'economia mondiale lo scorso anno. A ruota seguono anche altri colossi, quali Mercedes-Benz, Volkswagen, Honda, Ford e naturalmente Geely, fresca dell'acquisizione di Volvo. Klaus Mayer, presidente e direttore generale di Mercedes-Benz, ha precisato che dopo il riscontro positivo del primo trimestre (ben 23,610 veicoli venduti, +112% su scala annuale), l'azienda "continuerà a espandere il proprio portafoglio, e terrà conto di una maggiore scelta nel segmento del lusso innovativo". L'ottimismo non appare eccessivo: secondo Xu Changming dello State Information Center – un think tank che risponde alla Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme – ,"nel 2010 è previsto un incremento del 13%-15% delle vendite di veicoli per un totale di 16 milioni. Una crescita di molto inferiore a quella del 50% che lo scorso dicembre aveva permesso alla Cina di strappare agli Stati Uniti il primato di primo mercato automobilistico mondiale, ma comunque una crescita importante, che sarà sostenuta dal governo mediante sussidi per gli acquisti e basse imposte per i proprietari e che dovrebbe contribuire ad un +20% nel segmento veicoli passeggeri". Limitandosi alla sola Pechino, le statistiche parlano di una media giornaliera di oltre 4 milioni di auto in movimento e 2 mila nuove immatricolazioni. Ma la vera scommessa del Beijing Auto Show, che ha come tema lo slogan "For a Green Tomorrow", sono i giovani e le tecnologie a basso impatto ambientale. Una ricerca a cura di Ernst & Young rivela che "più dell'80% delle auto vendute sono 'prime auto', questo indica che la Cina può facilmente accogliere nuovi prodotti e nuove tecnologie". Mentre la lotta al cambiamento climatico continua ad essere argomento di dibattito e gli incentivi governativi per l'acquisto di veicoli 'eco-friendly' sono in aumento, il settore su cui puntare sembra proprio quello dell'auto 'verde'. In futuro, la fiammata del Dragone potrebbe cambiare colore.