Roma, 05 feb. – Questa mattina, l'Ambasciata cinese di Roma ha aperto le porte ai giornalisti per ospitare una conferenza stampa, la seconda della serie di appuntamenti mensili in programma per il 2010 in vista dell'inaugurazione dell'anno della cultura cinese in Italia il prossimo settembre. L'Ambasciatore Sun Yuxi ha richiamato l'attenzione sugli obiettivi economici che la Cina intende perseguire nel 2010, sul Capodanno cinese e sull'integrazione della comunità cinese in Italia: "Il 2009 è stato un anno molto difficile per la Cina, ma nonostante tutto il bilancio economico si è chiuso con una crescita del PIL dell'8,7%, per un valore complessivo di 4910 miliardi di dollari. Ciò significa che l'impatto della crisi globale – se confrontato con i paesi sviluppati – è stato relativamente basso". "Tuttavia – ha proseguito l'Ambasciatore – seppur la Cina abbia superato la Germania e sia divenuta il primo esportatore mondiale (il volume delle esportazioni cinesi ha raggiunto i 1200 miliardi di dollari), le esportazioni cinesi hanno subito una battuta d'arresto, a causa del calo degli ordini dai paesi sviluppati". Nel 2009, la strategia di uscita proposta dalla leadership era imperniata sullo stimulus package da 400 miliardi di euro; per il 2010 Pechino punta invece sull'apertura verso nuovi mercati, sull'innalzamento della qualità e la creatività dei propri prodotti, sul potenziamento dell'efficienza delle sue imprese (grazie al binomio di energie rinnovabili e accresciuta efficienza energetica), sullo stimolo dei consumi interni. Il tutto coordinato da un piano di macro regolamentazione economica, gestito con flessibilità. "Sebbene alcuni economisti abbiano preventivato una crescita del 10%, questa non è la posizione del governo, che si aspetta per il 2010 una crescita economica stabile; quello che dobbiamo ricordare è che, nonostante i risultati conseguiti negli ultimi anni, la Cina resta un paese in via di sviluppo. È possibile che tra 10/20 anni il PIL cinese superi quello americano, ma non esiste alcuna possibilità che il PIL pro capite si attesti sul valore statunitense. Se nel 2050 il reddito medio di un cinese fosse pari a quello di un italiano, saremmo veramente contenti e il governo avrebbe centrato il proprio obiettivo" ha chiuso l'Ambasciatore. Sul fronte del Capodanno cinese (che quest'anno cadrà il 14 febbraio), l'Ambasciatore ha elencato alcune iniziative che si svolgeranno nelle città italiane in cui la comunità cinese è più radicata. Da nord a sud, la nostra penisola sarà il teatro di spettacoli di arti marziali, danze del drago e altre attività che contraddistinguono la tradizione cinese, di cui il Capodanno è la festività principale. Infine, riallacciandosi alla fruttuosa cooperazione tra l'Ambasciata, la comunità e le imprese locali che ha permesso un così fitto calendario di appuntamenti, l'Ambasciatore ha richiamato la centralità del tema dell'integrazione della comunità cinese in Italia. "Seppur la comunità cinese non sia la più grande presente in Italia, essa contribuisce per il maggior numero di imprese (circa 31355) al tessuto economico italiano. Non nascondo che alcuni immigrati cinesi si siano dedicati alla contraffazione, ma invito a considerarli dei casi isolati" ha dichiarato. A testimonianza della volontà di integrazione dimostrata della comunità cinese, Sun Yuxi ha ricordato la donazione di 300 milioni di euro per i terremotati d'Abruzzo, che lo stesso Ambasciatore consegnò al capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso. Per il futuro, inoltre, le prospettive di integrazione si presentano più rosee di quanto si potesse presupporre. Secondo l'Ambasciatore "le naturali affinità tra il popolo italiano e cinese, gli sforzi di coordinamento e cooperazione dimostrati dai nostri due governi, l'azione delle seconde generazioni di cinesi che, nate in Italia e perfettamente bilingui, possono creare un ponte tra le due culture" ne costituirebbero la ricetta del successo. Al discorso iniziale è poi seguita una breve sessione di domande e risposte. Caso Google e scenari geopolitici in seguito alla vendita delle armi a Taiwan da parte degli Stati Uniti e in previsione dell'imminente incontro tra il Presidente Obama e il Dalai Lama hanno monopolizzato il confronto. In esclusiva ad AgiChina24 Sun Yuxi ha poi commentato la politica monetaria di Pechino. "La rivalutazione dello yuan è un tema sensibile. Il punto d'arrivo della politica del governo è la liberalizzazione del tasso di cambio, tuttavia si tratterà di un processo graduale, lungo il quale si procederà dando priorità alle necessità dell'economia cinese".