ANP, SOTTO ESAME NUOVO PIANO QUINQUENNALE

Pechino, 4 mar.- "Gli ultimi piani quinquennali puntavano a consolidare la forza economica del paese, ma il prossimo si concentrerà su come donare prosperità a tutto il popolo": Yang Weimin, vice direttore della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme - il più importante organo di pianificazione economica del governo cinese - ha riassunto così le nuove linee generali dell'economia che si discuteranno nei prossimi giorni. A Pechino è tempo di "Due Sessioni", le due passerelle politiche più importanti dell'anno, ed è soprattutto il momento dell'Assemblea Nazionale del Popolo - quanto di più vicino esista a un parlamento nel sistema cinese -, che inaugurerà i lavori domani.
Ma gli appuntamenti di quest'anno sono di particolare importanza soprattutto perché da domani si discuterà il Dodicesimo Piano Quinquennale, il programma che segnerà l'agenda dei prossimi cinque anni, elaborato a ottobre dai 200 massimi dirigenti del Partito Comunista Cinese, del quale sono già stati fatti filtrare diversi temi. Il dodicesimo è anche l'ultimo dell'era Hu Jintao-Wen Jiabao, che nel 2012 faranno spazio alla nuova generazione di leader del Partito Comunista Cinese: il tandem Hu-Wen lascia loro in eredità un paese che ha conseguito una crescita economica a doppia cifra fin dal 2002, primo anno in cui si è insediato l'attuale governo.
Nell'arco di dieci anni la Cina si è proiettata dal sesto al secondo posto delle economie mondiali, superando Francia, Gran Bretagna, Germania e Giappone, e adesso tallona gli Stati Uniti. Ma mentre Jiang Zemin enfatizzava l'aspetto più capitalista del sistema cinese, Hu e Wen hanno sottolineato l'importanza di accorciare le distanze tra ricchi e poveri in un paese in cui secondo la Banca Mondiale il coefficiente di Gini - che misura la distribuzione della ricchezza in una società, oscillando tra lo 0 della massima uguaglianza e l'1 della massima disuguaglianza - si situa sistematicamente al di sopra della soglia di guardia dello 0.4 dal 2000, e attualmente supera quota 0.48.
La parola d'ordine dell'Assemblea del Popolo che si inaugura domani sembra "xingfu", "felicità": da settimane il quotidiano del Partito, il People's Daily, pubblica editoriali che raccontano come "innalzare l'indice di felicità" della popolazione costituisca l'obiettivo sul quale i funzionari hanno raggiunto "il massimo consenso". Come si aumenta l'"indice-xingfu"? Il People's Daily non ha dubbi: felicità è "un portafogli più gonfio", assicurarsi che ogni cinese abbia un lavoro e una casa, sostenuti da un welfare migliore. E mentre ambiziosi leader locali che tentano la scalata al vertice, come Wang Yang dalla ricca provincia del Guangdong e Bo Xilai dalla megalopoli di Chongqing, promettono di rendere le loro province "le più felici di tutta la Cina", nella chat con i cittadini di domenica scorsa il premier Wen Jiabao ha fissato all'8% l'obiettivo crescita per il 2011 e al 7% il target per il 2011-2015, sostenendo che una crescita più moderata rispetto ai ritmi forsennati ritmi degli ultimi anni permetterà una più equa redistribuzione della ricchezza (questo articolo).
Questo elemento riassume uno dei punti focali del Dodicesimo Piano Quinquennale: il governo punta a cambiare il modello di sviluppo cinese, passando da un'economia basata sulle esportazioni e sugli investimenti a un sistema maggiormente concentrato sui consumi interni. L'evoluzione del sistema industriale rappresenta il secondo grande tema: attraverso investimenti (1500 miliardi di dollari, secondo alcune fonti) in sette settori strategici (manifatturiero hi-tech, information technology, energie alternative, nuovi materiali, medicina e biotecnologie, trasporti sostenibili), la leadership di Pechino mira a consolidare l'economia e innalzare il livello della produzione. Ma non si discuterà solo di questo: argomenti come l'inflazione galoppante, i prezzi delle case alle stelle, la riforma del tasso di cambio e del sistema finanziario, l'occupazione e la lotta alla corruzione costituiscono il resto dell'agenda.
Xingfu, felicità, sarà lo slogan e il mantra delle prossime due settimane: ma un sondaggio pubblicato ieri dal quotidiano di stato China Daily, giusto a ridosso dell'avvio delle "Due Sessioni", mostra come su una campione di 1350 cinesi intervistati solo il 6% si definisca "felice", anche se il 36% riconosce che le sue condizioni di vita sono migliorate negli ultimi cinque anni e il 40% sostiene, in accordo con gli editoriali del giornale-fratello Peoples' Daily, che la ricchezza sostituisce un ottimo misuratore della felicità.
"Non ci aspettiamo significativi mutamenti nei principali impegni alle riforme del Dodicesimo Piano Quinquennale - scrivono gli analisti di Goldman Sachs - e riteniamo che difficilmente l'attuale amministrazione si farà carico di grossi cambiamenti, preferendo lasciarli alla prossima generazione di leader". Ma per saperlo con sicurezza bisognerà attendere circa due settimane, quando, conclusa l'Assemblea del Popolo, verrà pubblicato il documento finale.
di Antonio Talia
Ascolta l'intervista di Radio Radicale in collaborazione con AgiChina24.
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