Roma, 01 ott.- Nel 2006 l'Italia è stata la protagonista della scena culturale cinese, ora il testimone passa alla Cina. Tutto è pronto per l'inaugurazione dell'anno della cultura cinese in Italia che, alla presenza del premier cinese Wen Jiabao e quello italiano Silvio Berlusconi prenderà il via in veste ufficiale il 7 ottobre con un concerto della Filarmonica cinese. Spettacoli, mostre, concerti, manifestazioni, ma anche forum scientifici, dibattiti economici e convegni sulle rinnovabili, oltre cento eventi e un'agenda fitta d'impegni che mira a far conoscere e 'sdoganare' la cultura cinese in Italia. Ma soprattutto l'Anno della cultura cinese costituirà una importante occasione per fare business. L'iniziativa è stata presentata a palazzo Barberini a Roma da alcuni 'addetti ai lavori' – come il coordinatore per il governo italiano Giuliano Urbani, il presidente della fondazione Italia-Cina Cesare Romiti e il direttore generale per la valorizzazione del ministero per i Beni e le Attività culturali Mario Resca – accanto a personalità diplomatiche quali l'ambasciatore cinese in Italia Ding Wei e il direttore generale per l'Asia del ministero degli Affari Esteri Attilio Iannucci.
Nata da uno scambio di lettere dei due premier e seguita dalla firma dell'accordo da parte dei ministri degli Esteri italiano e cinese Franco Frattini e Yang Jiechi, l'iniziativa è in cantiere già da un anno. "Questo evento rappresenterà un segnale politico molto forte" ha dichiarato Iannucci ricordando che quest'anno ricorre anche il quarantesimo anniversario dei rapporti bilaterali tra i due Paesi. In questi quaranta anni le relazioni tra la Cina e l'Italia si sono rafforzate, soprattutto di recente in seguito all'accordo di partenariato firmato nel 2004 che ha fatto del Dragone un partner referenziale dell'Italia e ha aumentato gli scambi non solo in fatto di merci, ma anche di idee. "In Cina il nostro Paese è ben conosciuto, in Italia non possiamo dire altrettanto – ha continuato Iannucci – e l'anno della Cina in Italia servirà proprio a questo oltre che a migliorare il dialogo politico e a rafforzare il canale preferenziale che lega i due Paesi". Se fino a ora, ha ribadito il futuro ambasciatore italiano in Cina, gli scambi sono avvenuti per lo più sul piano commerciale, è giunto il momento di farlo anche su quello culturale. "Quando Romolo e Remo furono trovati dalla lupa la Cina aveva già 2.000 anni di storia alle spalle" ha concluso Iannucci.
A questo proposito sono già idealmente in costruzione due musei (uno a Pechino e uno a Roma) in cui verranno esposti e custoditi i rispettivi tesori artistici. Ma è ancora sugli scambi che i relatori sono tornati più volte nel corso della conferenza stampa. Il volume degli interscambi tra i due Paesi quest'anno ha raggiunto i 38 miliardi di dollari e secondo le stime il prossimo anno si arriverà a toccare quota 40 miliardi. E tra i settori più promettenti sui quali investire accanto al più tradizionale ambito tecnologico, e a quello delle energie rinnovabili, bisogna puntare anche sul settore turistico e culturale. L'anno della cultura cinese in Italia, – "che senza l'aiuto delle autorità italiane non sarebbe stato possibile" ha dichiarato Ding Wei – non aprirà solo le porte della conoscenza, ma anche del business. "Il forum sull'Innovazione che si terrà l'8 novembre sarà un'opportunità di confronto da cui potrà nascere una fruttuosa cooperazione" ha suggerito ancora Ding. "Sono molte le iniziative che bollono in pentola – ha dichiarato Urbani – e molte sono il frutto della cooperazione tra Rai, Rai8, Rai International e la CCTV. E anche sul fronte del cinema stiamo lavorando a una collaborazione congiunta che i cinesi voluta espressamente dai cinesi" ha continuato Urbani che ha poi aggiunto: "La verità è che i progetti nascono lungo il percorso. Più ci conosciamo, più sorgono nuove iniziative sino-italiane".
Ma l'anno della Cina in Italia serve soprattutto a far conoscere la cultura dei due Paesi senza prendere l'aereo. Un obiettivo che si è prefissato anche il ministero dei Beni culturali che dalla "mostra sui due Imperi" che si terrà a Roma ha deciso di creare, in collaborazione con il governo cinese, un museo virtuale, con una propria banca dati e didascalie che verranno aggiornate di frequente per permettere a tutti di conoscere il patrimonio artistico cinese e italiano.
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