Anno 2015: Shanghai la "Wall Street cinese"

Anno 2015: Shanghai la "Wall Street cinese"

di Antonio Talia

 

Pechino, 30 gen.- La lunga marcia verso l'internazionalizzazione dello yuanprosegue, e punta su Shanghai: il governo della metropoli e laCommissione Nazionale per le Riforme e lo Sviluppo - il più potenteorgano di pianificazione economica del governo cinese - hannopubblicato oggi un programma dettagliato per rendere nel 2015 la Borsadi Shanghai il centro globale per lo scambio della valuta cinese.

Obiettivo esplicito: trasformare nel giro di tre anni Shanghai in una piazza con un mercato finanziario di scambi non forex da mille miliardi di yuan (120 miliardi di euro circa), contro i quasi 400 mila miliardi dello scorso anno.

Neiprogetti della leadership cinese Shanghai dovrà rivaleggiare con NewYork, Londra e Hong Kong: nel periodo 2012-2015 la Cina vuole aumentarel'impiego dello yuan per le transazioni cross border e introdurre sempre più prodotti finanziari denominati nella sua moneta.

Ma rendere lo yuan-renminbi una valuta più internazionale significa anche aumentarne la convertibilità, una partita che Pechino deve giocare tenendo conto di diversi fattori. Al momento, il tasso di cambio della valutadel Dragone è sottoposto al controllo del governo: la Banca Centralefissa un tasso di riferimento e limita le perdite o i guadagniall'interno di una banda di oscillazione che si situa allo 0.5%rispetto a tale livello.

 

La Cina, inoltre, limita anche la conversione ai fini d'investimento, e ha ammassato le sue immense riserve in valuta estera - stimate in 3200 miliardi di dollari - anche attraverso la vendita continua di yuan, disposta per evitarne un eccessivo apprezzamento. Le polemiche che circondano lo yuansi sono intensificate dopo lo scoppio della crisi finanziaria globale:Washington, in particolare, accusa sistematicamente Pechino dimantenere artificialmente basso il valore della sua moneta peraggiudicarsi un vantaggio sleale negli scambi con l'estero. Nel giugnodel 2010 la Cina ha sospeso l'ancoraggio di fatto al dollaro che erastato inaugurato proprio poco dopo lo scoppio della crisi, e da alloralo yuan si è costantemente apprezzato sul dollaro, anche se ben al di sotto della percentuale sperata dagli americani.

 

Il piano della Commissione prevede che il tasso medio giornalieropubblicato dalla Banca centrale per il mercato onshore diventi ilbenchmark dei prodotti denominati in yuan tanto per i mercatidomestici che per quelli stranieri. Infine, Shanghai vuole creare un"International board", un listino di società provenienti dall'estero incoraggiate a quotarsi sul mercato cinese  e vendere azioni denominatein yuan renminbi, ma su quest'ultimo punto non viene rivelata una tabella di marcia definita.

 

Diverse società straniere - tra cui il colosso bancario britannicoHSBC e l'americana General Electric - avevano manifestato il lorointeressamento a quotarsi a Shanghai fin da quando l'idea ha iniziato a circolare, tre anni fa.

 

Ma all'inizio del mese il sindaco di Shanghai Han Zheng avevadichiarato ai reporter che i tempi non sono ancora maturi: "Questo nonè un buon momento, dobbiamo aspettare". Shanghai riuscirà a diventarela "Wall Street con caratteristiche cinesi" in soli tre anni?




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