Altolà alle piastrelle clonate
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Altolà alle piastrelle clonate

Altolà alle piastrelle clonate

Lotta ai falsi. I cinesi della Daugres colti in flagrante al Cersaie mentre offrivano prodotti contraffatti
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MILANO
I cinesi della Daugres srl ricevevano i clienti italiani sprofondati in comode poltrone d'albergo durante il Cersaie, la mostra bolognese di settore, mostrando loro cataloghi di piastrelle di provenienza cinese in odore di contraffazione. Piastrelle pericolosamente simili alla serie Glow, brevettata tre anni fa dalla Ceramiche Atlas Concorde, azienda modenese con un fatturato da 186 milioni di euro e 623 addetti. Che si è mossa in maniera fulminea.
A telefono dalla Russia, l'amministratore delegato Maurizio Mazzotti rimarca: «Il 1° ottobre abbiamo chiesto e ottenuto dalla Guardia di Finanza l'arresto in flagranza, ma è come fare un altro lavoro. Ci vorrebbe una giornata di 48 ore per andare alla scoperta di questi falsificatori per non permettere loro di copiarci mai più. In realtà, il nostro lavoro è quello di produrre proprio quelle piastrelle che tutto il mondo ci invidia e che inizia a imitare in maniera sempre più consistente. E pensare che sono capaci di clonare anche i cataloghi».
La Ceramiche Atlas non molla. Il 7 ottobre il tribunale di Bologna ha convalidato - si legge negli atti giudiziari - «il sequestro di materiale ceramico contraffatto da parte di un'azienda cinese, posto sotto sequestro a Bologna da parte delle forze dell'ordine».
«Sono arrivati a falsificare anche le ceramiche, ormai è un dato di fatto. Il fenomeno cresce al ritmo del 50% all'anno - commenta il presidente della commissione relazioni commerciali di Confindustria Ceramica, Giorgio Romani - le fiere, purtroppo, sono un momento a rischio, ma non dobbiamo demordere. È la prima volta che, in occasione di una presunta contraffazione di produzioni italiane, noi di Confindustria Ceramica segnaliamo un fenomeno lesivo degli interessi dell'industria ceramica italiana che basa il proprio successo sull'innovazione di prodotto, estetica e tecnologica».
È la prima volta, infatti. «Confindustria Ceramica intende seguire il procedimento e, qualora se ne ravvisino gli estremi, provvederà ad intervenire nel giudizio in qualità di persona offesa, a tutela degli interessi dell'intero settore, quale propria missione strategica. In tal senso - aggiunge Romani - la lotta alla contraffazione vanta già diverse positive risultanze, tra le quali il sequesto giudiziale in occasione di Coverings 2006 di cataloghi e altri strumenti di merchandising contraffatti ad opera di una azienda cinese. Dietro la nostra eccellenza ci sono continui investimenti che vanno in fumo a causa della contraffazione e della concorrenza sleale». A livello europeo, lo ricordiamo, l'associazione dei produttori, su impulso di Confindustria Ceramiche, ha chiesto e ottenuto l'apertura di un dossier per accertare l'esistenza del dumping sull'import di piastrelle cinesi. Una vittoria di sistema, ma anche il primo capitolo di una vicenda che si svilupperà nei prossimi mesi e che punta ad ottenere dazi all'import.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

14/10/2010
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