Pechino, 4 mar. - Non c'è pace per l'alta velocità cinese: dopo le polemiche che avevano investito i progetti delle linee ferroviarie superveloci nelle scorse settimane, l'Ufficio Nazionale dei Revisori dei Conti di Pechino ha reso noto di aver riscontrato alcune irregolarità finanziarie nella linea Pechino- Shanghai. Secondo un comunicato pubblicato sul sito dell'Ufficio, la Beijing- Shanghai High Speed Railway – la compagnia creata nel gennaio 2008 per la costruzione di una linea di treni capaci di viaggiare a 350 km orari tra le due megalopoli cinesi- avrebbe emesso ricevute irregolari per 520 milioni di yuan (circ 52 milioni di euro). I funzionari responsabili sarebbero già stati presi in consegna dalle forze dell'ordine. Secondo il China Daily nel 2009 la compagnia punta a ottenere tra i 30 e i 50 miliardi di yuan con quella che si prospetta come la più importante Offerta pubblica iniziale dell'anno. Dato che la linea non dovrebbe essere operativa prima del 2012, altri asset come le linee di collegamento già esistenti tra le due città verranno inclusi per dare valore al titolo; molti analisti ritengono che senza tali risorse la compagnia dovrebbe aspettare per parecchio tempo prima di ottenere un qualche ritorno. Nei giorni scorsi uno studio firmato da Liu Bin, ricercatore nel campo dei trasporti per la Commissione Nazionale Sviluppo e Riforme, il principale organo di pianificazione economica del Paese di Mezzo, aveva sostenuto l'eventualità di "seri problemi in futuro per ripagare i costi della rete di treni superveloci. "A questo livello di prezzi l'alta velocità entra in competizione non tanto con i treni ordinari quanto con la rete aerea – aveva dichiarato Liu all'Economy and Nation Weekly -ma il mercato dell'aviazione civile in Cina è ancora abbastanza limitato, e questi supertreni capaci di raggiungere i 350 chilometri orari potrebbero non riscuotere altrettanto successo nell'attirare un numero sufficiente di passeggeri e ripagare così i costi dei progetti". Secondo la Xinhua, la rete ad alta velocità da 18mila chilometri- la più grande del mondo- che il Dragone pianifica di realizzare potrebbe far schizzare il debito del ministero delle Ferrovie fino a 3mila miliardi di yuan (più di 300 miliardi di euro) entro il 2020. Quella di Liu non è la prima voce critica che si leva contro questa immensa riforma delle infrastrutture cinesi: a gennaio Wang Zhensong, uno dei principali rappresentanti del ministero delle Ferrovie, aveva lamentato che la grandiosità del progetto minacciava di scontrarsi con le recenti strette al credito. "Ci sono alcuni progetti le cui prospettive economiche sono scarse, le nuove linee della Cina Occidentale, ad esempio, potrebbero incontrare delle difficoltà nel reperimento dei finanziamenti bancari. Se i prezzi sono troppo alti, nessuno sceglierà i treni ad alta velocità; se sono troppo bassi, ci saranno delle difficoltà nel ripagare i costi" aveva dichiarato il professor Wang. Sulle ferrovie si gioca una partita fondamentale per il pacchetto di stimoli all'economia da 4mila miliardi di yuan (400 miliardi di euro) lanciato dal governo alla fine del 2008 per fronteggiare la crisi; dei 1500 miliardi destinati alle infrastrutture, infatti, la maggior parte è stata riservata proprio alle linee ferroviarie.