Pechino, 3 mar. - L'ambizioso piano di reti ferroviarie ad alta velocità lanciato da Pechino nel 2008 potrebbe rivelarsi anti-economico: lo sostiene uno studio firmato da Liu Bin, ricercatore nel campo dei trasporti per la Commissione Nazionale Sviluppo e Riforme, il principale organo di pianificazione economica del Paese di Mezzo. "Si potrebbero incontrare seri problemi nel ripagare i costi della rete di treni superveloci - ha dichiarato Liu all'Economy and Nation Weekly, settimanale controllato dall'agenzia di Stato Xinhua - perché a questo livello di prezzi l'alta velocità entra in competizione non tanto con i treni ordinari quanto con la rete aerea. Il mercato dell'aviazione civile in Cina è ancora abbastanza limitato, e questi supertreni capaci di raggiungere i 350 chilometri orari potrebbero non riscuotere altrettanto successo nell'attirare un numero sufficiente di passeggeri e ripagare così i costi dei progetti". Secondo la Xinhua, la rete ad alta velocità da 18mila chilometri - la più grande del mondo - che il Dragone pianifica di realizzare potrebbe far schizzare il debito del ministero delle Ferrovie fino a 3mila miliardi di yuan (più di 300 miliardi di euro) entro il 2020. Quella di Liu non è la prima voce critica che si leva contro questa immensa riforma delle infrastrutture cinesi: a gennaio Wang Zhensong, uno dei principali rappresentanti del ministero delle Ferrovie, aveva lamentato che la grandiosità del progetto minacciava di scontrarsi con le recenti strette al credito. "Ci sono alcuni progetti le cui prospettive economiche sono scarse, le nuove linee della Cina Occidentale, ad esempio, potrebbero incontrare delle difficoltà nel reperimento dei finanziamenti bancari. Se i prezzi sono troppo alti, nessuno sceglierà i treni ad alta velocità; se sono troppo bassi, ci saranno delle difficoltà nel ripagare i costi" aveva dichiarato il professor Wang. Sulle ferrovie si gioca una partita fondamentale per il pacchetto di stimoli all'economia da 4mila miliardi di yuan (400 miliardi di euro) lanciato dal governo alla fine del 2008 per fronteggiare la crisi; dei 1500 miliardi destinati alle infrastrutture, infatti, la maggior parte è stata riservata proprio alle linee ferroviarie. Ma i costi e i benefici delle reti ad alta velocità stanno suscitando numerosi dibattiti in tutto il paese; i 26 chilometri di collegamento tra Hong Kong e la rete nazionale cinese verso Canton, ad esempio, costeranno circa 2.57miliardi di dollari di Hong Kong al chilometro (circa 24 milioni di euro), una spesa che farà di questa tratta la più costosa del mondo. La modernissima linea ad alta velocità Pechino- Tianjin registra attualmente circa 50mila passeggeri al giorno per un totale di 18 milioni all'anno, ben al di sotto dei 38 milioni che erano stati preventivati. Alle preoccupazioni degli accademici come Liu Bin e Wang Zhensong il ministero delle Ferrovie ha risposto tramite il portavoce Wang Yongping: "Gl'investimenti nell'alta velocità sono di gran lunga inferiori a quelli di altri nazioni, perché i governi locali stanno fornendo la terra necessaria, il costo della manodopera è basso e i costi delle costruzioni e dei materiali sono coordinati centralmente". Ma le preoccupazioni persistono: a causa della stretta al credito, infatti, molti operatori del settore della velocità potrebbero avere bisogno di nuovi finanziamenti, sia attraverso l'emissione di bond che tramite nuovi investimenti pubblici o privati.