ALLE URNE PER IL COMITATO DI VILLAGGIO

ALLE URNE PER IL COMITATO  DI VILLAGGIO

di Giovanna Di Vincenzo


Pechino, 2 mar.- Conto alla rovescia per le elezioni a Wukan. Sabato si voterà per l'elezione del comitato di villaggio della piccola località di pescatori nella provincia del Guangdong, e per molti questo rappresenta un primo germoglio di democrazia in Cina. Mercoledì scorso circa venti candidati hanno alternato i loro comizi in un vecchio teatro cittadino di fronte a centinaia di persone, che hanno applaudito e sostenuto i loro candidati preferiti con musiche patriottiche e striscioni che inneggiavano all'"armonia democratica". 


Al di là dell'atmosfera apparentemente pacifica, quello che si è verificato a Wukan negli ultimi mesi dello scorso anno è tutt'altro che in linea con l'armonia sociale promossa da Pechino. Una serie di proteste ha scosso il villaggio di 20 mila abitanti, insorti contro le autorità provinciali a causa del sequestro di 400mila ettari di terreno venduti a costruttori edilizi. Di fronte a questo abuso di potere che, secondo i manifestanti, ha avuto inizio nel 1998, sono scoppiate le proteste, culminate in violenti scontri con la polizia locale, durante i quali Xue Jinbo, uno dei capi della rivolta ha perso la vita. La situazione era al limite del caos quando le autorità del partito del Guangdong hanno deciso di intervenire, incontrando i leader delle insurrezioni e scendendo a compromessi con loro. Un modo d'agire calmo quanto inedito per i rappresentanti locali del partito, - tra cui l'ambizioso leader del PCC del Guangdong, Wang Yang - che hanno acconsentito a fare delle concessioni. Tra queste, la liberazione di alcuni detenuti arrestati durante le insurrezioni, la restituzione del corpo del capo della rivolta rimasto ucciso e la possibilità di scegliere tramite elezioni la nuova giunta da sostituire a quella precedente di Xue Chang: ex capo del villaggio, accusato di intascare milioni dalla vendita dei terreni collettivi.


Il primo febbraio scorso si sono svolte le elezioni per la formazione di un comitato elettorale, il cui compito era quello di supervisionare i lavori di organizzazione dei seggi delle successive votazioni di villaggio. Ma sabato, la posta in gioco delle elezioni di sabato sarà molto più alta. Dagli scrutini verranno fuori i nomi dei rappresentanti del comitato di villaggio - composto da sette membri, un capo di villaggio e due vice capi - che dovrà gestire la finanze locali e la futura ripartizione e vendita delle terre collettive. Tra i candidati in lizza per l'incarico di capo del villaggio, l'anziano Lin Zuluan, alla guida delle proteste dello scorso anno: " Voglio servire il popolo facendo buone azioni", ha dichiarato durante il suo comizio mercoledì, "e tutelare i diritti degli abitanti del villaggio, usando mezzi legali, in modo che siano riappropriati dei terreni agricoli che sono stati venduti illegalmente da funzionari corrotti e collusi con gli uomini d'affari". Per Zhang Jiangcheng, 26 anni, figlio di agricoltori, "la politica, e non le proteste, è adesso il modo migliore per procedere ".  "Io credo", prosegue, " che il nostro futuro potrà essere luminoso solo all'interno di un sistema democratico; dobbiamo assicurare ai nostri elettori che il lavoro dei nuovi funzionari sarà fatto nel rispetto dei loro diritti".


Intanto la tensione a Wukan rimane alta in attesa di sabato: alcuni candidati temono per la loro incolumità personale, come Hong Ruichao, 28 anni, ex leader della protesta e proiettato alla carica di vice capo del villaggio, che ha dichiarato di essere stato seguito nei giorni precedenti da una macchina in una località vicina. Molti sono costretti a dormire in case diverse all'interno del villaggio per evitare possibili rappresaglie o catture da parte della polizia locale. "Non ci sentiamo sicuri ad uscire. Alcune persone sono sulla lista nera", ha dichiarato Zhuang Liehong, un altro giovane leader. "Finché è possibile non lascio il villaggio".


Nel frattempo, secondo quanto riferisce la Reuters, le urne elettorali sono già state sistemate all'interno di una scuola del villaggio di Wukan, pronte per accogliere gli elettori. Secondo indiscrezioni di una fonte diplomatica americana all'agenzia di stampa inglese, domani sarà presente un osservatore per controllare le procedure elettorali della piccola località meridionale del Guangdong.


La vicenda Wukan, ha attirato da mesi l'attenzione internazionale e in molti si chiedono se essa non rappresenti un primo passo verso la democratizzazione del sistema politico del Paese. Molte voci del popolo si sono inoltre scatenate sul web dopo il commento del responsabile del Beijing New Enlightenment Research Centeron Citizen Participation in Legislation, Xiong Wei, che il 17 febbraio ha dichiarato che "il cosiddetto modello Wukan non esiste". "E' possibile", commenta un internauta, "che non si comprenda ancora la situazione della Cina? Ci sono altre forze indipendenti al di fuori del partito? Se ci sono, devono necessariamente essere soppresse ogni volta", e un altro gli fa eco: "La rivoluzione stando fermi non potrà mai accadere". Per i più moderati Wukan non è un modello, ma un tentativo, un'esperienza importante da cui si può imparare.


In realtà, per alcuni osservatori, riporta il media taiwanese Central Daily News, le elezioni a livello di villaggio sono previste sin dagli anni 80. Wukan rappresenta tuttavia una caso fuori dalla regole, in quanto l'elezione del comitato di villaggio spetta ad un piccolo gruppo di rappresentanti dei cittadini, e non avviene attraverso elezioni che coinvolgono l'intera comunità.


Le elezioni di Wukan hanno di certo portato delle innovazioni, come quella del consiglio elettorale locale che ha il compito di controllare i poteri del comitato di villaggio, ma anche le urne segrete e l'abolizione dei requisiti di nomina per i candidati. Ma forse, la novità più grande è la reazione del popolo, adesso più motivato a perseguire le sue battaglie a Wukan. "La democrazia è molto importante", afferma Chen Suzhuan, una delle candidate per un seggio nel comitato, "perché senza democrazia sarebbe come prima, quando non c'erano diritti nel villaggio".

 

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